Dopo la tempesta, in scena studenti del Marconi e migranti

Sul palcoscenico c’erano alcuni studenti del liceo Marconi di San Miniato e giovani richiedenti asilo presenti sul territorio. Lunedì 13 maggio, Dopo la tempesta è andata in scena al Teatro di Quaranthana di Corazzano. 
Le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato al laboratorio sono Dario Arzilli, Matteo Bachini, Matilde Bargellini, Petra Berni, Chiara Ciotta, Giada Gaziano, Niccolò Giannoni, Emilia Menichetti, Martina Morelli, Jerryo Omorogbe, Derick Opoku, Alice Nosellotti, Sofia Nosellotti, Caterina Papalia, Amanda Prapaniku, Elena Tesi, Ludovico Vanni.

La regia è di Claudio Benvenuti e la serata è l’esito finale del laboratorio tenuto dallo stesso Claudio Benvenuti al liceo Marconi a partire dallo scorso gennaio, a cui hanno partecipato gli studenti e i richiedenti asilo. Le attività proposte hanno fatto parte del progetto “…. la casa dov’è? Dove posso stare in pace con te”, presentato dall’Sds Empolese Valdarno Valdelsa in collaborazione con alcuni soggetti del territorio, quali l’associazione di promozione sociale “Arturo”, la cooperativa “La Pietra d’Angolo”, la cooperativa “Luna Azzurra” e l’associazione “Tra i Binari”, che lavorano, a diverso titolo, nell’ambito dell’accoglienza. Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana con il massimo punteggio, ha avuto l’importante obiettivo di promuovere il contatto diretto e il dialogo tra richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e comunità locale di riferimento, per contribuire a informare e sensibilizzare i cittadini sul tema dell’accoglienza e dello sviluppo della coesione sociale.
All’interno del progetto l’associazione “Arturo”, che collabora con il liceo Marconi da più di dieci anni, realizzando interventi di sostegno linguistico per alunni di origine straniera e laboratori su temi legati all’intercultura e alle seconde generazioni, ha organizzato e curato la realizzazione dei laboratori teatrali in alcune scuole della zona. Infatti, rispetto agli obiettivi programmatici del progetto, la scuola è senza dubbio interlocutrice privilegiata, in quanto luogo di conoscenza e scambio reciproco, in particolare in un territorio come il nostro, dove la presenza di cittadini di origine straniera è un dato significativo.
Il laboratorio ha rappresentato non solo un momento di incontro e scambio, ma anche un esempio di buona prassi operativa, in quanto persone con realtà e storie diverse hanno imparato a conoscersi e a collaborare per la realizzazione di un obiettivo comune.

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