Palio di San Rocco, il Festival riparte da Scioa. E raddoppia il premio






“L’oratorio di San Rocco è il quartiere di passaggio della via Francigena e tutti i giorni passano pellegrini e loro, passando, lasciano sempre qualcosa”. Lo ha detto il sindaco di San Miniato Simone Giglioli presentando l’edizione 2019 del Festival del pensiero popolare Palio di San Rocco pellegrino proprio all’interno dell’oratorio dedicato ai santi Rocco e Sebastiano. Quella che dedicata alla cultura popolare e contemporanea che si svolgerà nello storico luogo di San Miniato dal 10 al 16 agosto, per Giglioli, “Sarà un ritorno alle origini, al quartiere dello Scioa”. Erano presenti anche Elisa Montanelli, vicesindaca e assessore al turismo, Francesco Mugnari dell’associazione Tra i binari, David Spalletti dell’Arci zona cuoio e Barbara Pasqualetti de La pietra d’angolo.
L’idea della nuova direzione artistica, infatti, è quella di tenere fede al format iniziale del Festival, sviluppandolo attraverso una visione fresca, inclusiva e giovane. Si farà tesoro della grande memoria artistica di cui gode il Festival e del riscontro di pubblico con molti affezionati, di varie fasce di età, che ogni anno sostengono l’evento con la loro presenza. E proprio nell’ottica del dialogo verrà dedicato un doppio premio “San Rocco Pellegrino 2019”. Il primo per il teatro ad Annet Hanneman che, con i suoi venti anni di Teatro Reportage ha trascorso la vita attraversando il mondo in conflitto per poter incontrare le persone e poter restituire loro una voce molto spesso soppressa e nascosta, mentre l’altro verrà assegnato allo Scioa e ai suoi abitanti che da decenni portano avanti la tradizione del Palio e hanno permesso queste ultime XI edizioni.
Il primo e più importante cambiamento di questa undicesima edizione è la direzione artistica: dopo 10 anni con Andrea Mancini alla guida del festival, il testimone passa a Francesco Mugnari. “Il nostro primo obiettivo – spiega il direttore artistico Mugnari – è quello di riscoprire il quartiere dello Scioa attraverso azioni, performance, letture, incursioni e dibattiti. Lo Scià che si estende da piazza Buonaparte a piazza XX Settembre, è uno dei luoghi di passaggio continuo dei pellegrini che camminano lungo la via Francigena, proseguendo poi per via Maioli e via Bagnoli, dove si raggiunge il vicolo di Borghizzi, punto d’incontro di quest’antica via che poi si inoltrava nella campagna sanminiatese. Vogliamo che l’XI edizione del Festival sia un incontro di tutti e rivolto a tutti, proprio come avveniva quando le vie che si incontravano erano il luogo di scambio, riuscendo a trasmettere un messaggio di inclusione e coesione sociale dove l’arte diventa il mezzo per la crescita e la memoria di un luogo”.
Per questa edizione il tema scelto è l’Isola sconosciuta. L’idea è ispirata ad un omonimo racconto di Jose Saramago, pubblicato nel 1997, una favola d’amore sospesa tra realtà e sogno che ha accompagnato il lavoro dell’Associazione Tra i Binari negli ultimi due anni. “Nei nostri Conferencia Sobre la Lucha de un Pueblo, un esercito di viaggiatori aveva come unico obiettivo quello di incontrare un’isola sconosciuta richiedendo una barca al re – spiega ancora Mugnari -. Questa barca rappresenta una possibilità: assicurare ad ogni uomo e ad ogni donna di poter sognare garantendo un futuro alla propria esistenza. Ci siamo sempre fermati qui, senza mai analizzare la seconda parte del racconto. L’uomo e la donna capiscono ben presto che per la conoscenza esteriore è necessario riscoprire la propria identità, riuscendo a sognare e immaginare un progetto reale per costruire il nostro futuro come comunità che conosce se stessa nel mutare del tempo – e prosegue -. Tornare alla piazza, alle veglie, ai racconti, agli stornelli, ai giochi in strada, alla centralità del quartiere e alla sua socialità. Questa isola nella quale vogliamo approdare la vogliamo sognare e ‘realizzare’ con i cittadini dello Scioa iniziando a creare, in questa edizione, un laboratorio di pratiche e di esperienze che parlino di come immaginare e vivere un luogo per poi sviluppare questa modalità di partecipazione e condivisione”. L’isola, quindi, è vista come il luogo in cui la comunità si ritrova e costruisce se stessa. Lo Scioa rappresenta l’isola, punto di approdo di pellegrini e viaggiatori che vengono accolti dalla comunità e contribuiscono a trasformarla.
“Onorare un quartiere importante e far valere la sua storia è il lavoro che questo gruppo di giovani sta cercando di realizzare, raccogliendo un testimone importante lasciato da Andrea Mancini – spiega il sindaco -. La via Francigena sicuramente ha dato a questa parte di San Miniato quella sensibilità che hanno i luoghi di passaggio come le stazioni, i binari, gli aeroporti, i porti. In questi posti si accoglie e si lascia andare tutti coloro che si trovano anche per poco a sostare, ciascuno riuscendo a mantenere la propria identità e traendo forza dalle contaminazioni. Con questa operazione vogliamo da un lato dare spazio alle tradizioni che da sempre appartengono alla Città come memoria collettiva, e dall’altro ascoltare i sogni e i bisogni di un luogo centrale”. Poi il Giglioli continua: “Penso alla casa museo di Dilvo lotti, all’Accademia degli Euteleti, all’ospedale – ha detto, ricordando quanta cultura e storio in un quartiere così piccolo e poco conosciuto – Ma anche a questo oratorio di San Rocco. Sulle Officine Cavane, che sono coinvolte nel festival, vorrei dire che non ci sono solo le vicende come quella di Mugnaini ma anche altre storie: storie di integrazione e aggregazione che riescono bene”.
La pietra d’angolo, che gestisce i musei di San Miniato, curerà la parte dedicata agli itinerari culturali: “Questa è la San Miniato più aperta eppure è al di fuori dei circuiti turistici – ha detto Barbara Pasqualetti – Più che visite guidate sono delle passeggiate di cultura itinerante. Quattro appuntamenti che inizieranno sempre alle 18,30 nella chiesa di San Rocco”.
La raccolta fondi che si è attivata durante l’organizzazione dell’evento, ha portato alla nascita di un percorso itinerante lungo tutto il territorio di San Miniato. I fondi e gli sponsor, come dicono gli organizzatori, hanno superato le aspettative e questo ha permesso la realizzazione di otto pannelli disposti nelle zone del comune ciascuno con una spiegazione storica e artistica di quella parte del paese.
Il programma
Durante tutto il festival ci saranno sei mostre in location diverse, oltre che spettacoli, proiezioni, dibattiti e “veglie”, momenti in notturna molto suggestivi. Si inizia sabato 10 agosto alle 18,30 con l’incontro Dieci anni di Festival in San Miniato” in cui interverranno Mugnari e Andrea Mandini, fondatore e ex direttore artistico, insieme a la Filarmonica Verdi di San Miniato. Dalle 19, dal 10 al 14 agosto, punto ristoro in collaborazione con Arci Valdarno inferiore e PizzAntica del fondo San Miniato. Alle 21,30 in scena I musicanti di B, diretto da Simone Faraoni.
Domenica 11 agosto alle 18,30 il primo itinerario culturale a cura de La pietra d’angolo sulle origini e lo sviluppo della contrada di Poggighisi. Alle 19 incontro su Le carbonaie lungo le antiche mura a cura dell’associazione Moti carbonari. Alle 22 cinema all’aperto con Welcome, un film di Philippe Lioret.
Lunedì 12 agosto alle 18,30 itinerario culturale sul culto di san Rocco e sul pellegrino nella devozione popolare. Alle 19,30 l’incontro Arte contemporanea: territorio e comunità. alle 23 la prima veglia a cura di Tra i binari e Officine Cavane dal titolo La madre: le veglie sono 3 mini spettacoli in preparazione di Al-awda, performance in scena il 15 agosto.
Martedì 13 agosto il terzo itinerario culturale su Napoleone e la famiglia Buonaparte a San Miniato e alle 19,30 l’incontro 20 anni di teatro reportage, un tributo a Annet Hanneman che riceverà il premio San Rocco alla cultura 2019. Alle 21,30 il monologo e reportage con documenti e foto di Hanneman, Resistenza e sogni. Alle 23 la seconda veglia, dal nome Il figlio.
Mercoledì 14 agosto l’ultimo itinerario culturale su Dilvo Lotti e la sua casa museo. Alle 19,30 un dibattito sul teatro come modalità di vivere la comunità. alle 21,30 Esercizi di stato in luogo di e con Alice Toccacieli con utenti e operatori del centro diurno l’Albero delle storie di Cagli. Alle 23, l’ultima veglia sul tema Il fratello.
Giovedì 15 agosto cena in piazza Bonaparte alle 20 e a seguire Al-Awda, una veglia di primavera con la regia di Francesco Mugnari. Alle 23 balli in piazza con i TreTempi folk. L’ultimo giorno, venerdì 16 agosto, alle 18 palio di san Rocco e giochi in piazza e alle 20 cena. Alle 22, Bizantina, concerto con la voce di Michaela D’Astuto e Filomena Menna.
Giuseppe Zagaria