





In un solo pacco c’erano più di 30 chili di etichette false di noti marchi. Le indagini degli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Pisa che li ha trovati in aeroporto a Pisa, hanno permesso di risalire a uno dei destinatari delle spedizioni: a casa del cinese di 50 anni a Fucecchio è stato scoperto un laboratorio di assemblaggio di accessori e capi di abbigliamento.
L’attività di analisi delle Fiamme Gialle pisane è durata qualche mese su alcuni siti di vendita online che, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Pisa, ha consentito di individuare singole partite di merci ed etichette contraffatte, importati dai cosiddetti Paesi a rischio, soprattutto in Estremo Oriente e destinati all’aeroporto Galileo Galilei di Pisa. Non è stato facile per i finanzieri e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli individuare i pacchi sospetti tra le oltre 10mila tonnellate di merci che ogni anno transitano dallo scalo aereo all’ombra della Torre Pendente.
Analisi di rischio, sistemi di scannerizzazione e monitoraggio del web hanno permesso di selezionare, a colpo sicuro, numerose partite di merci false.
Al momento dell’intervento, oltre 10mila pezzi erano in attesa di essere spediti agli indirizzi forniti dai clienti sui siti di acquisto. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze, hanno avuto il loro epilogo con la perquisizione del laboratorio e il contestuale sequestro di migliaia di componenti per abbigliamento ed accessori con marchio Colmar, Gucci, Chanel, Fendi, Louis Vuitton, Hermès e Burberry e di tutti i macchinari e gli strumenti atti al relativo assemblaggio. Il cittadino cinese è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Firenze per fabbricazione, importazione e commercio di merce contraffatta.