Gestione unitaria divide, Amici Padule a braccia incrociate

“Naturalmente auspichiamo un ripensamento in extremis della Regione Toscana”. Ma intanto il consiglio direttivo dell’associazione Amici del Padule di Fucecchio annuncia che “I volontari che da cinque anni hanno garantito l’apertura del Centro Visite e dell’Osservatorio faunistico sospenderanno questo servizio”. Da tempo ormai i volontari parlano (e manifestano contro) di “spezzatino” della riserva naturale quando raccontano il piano unitario di gestione del sistema delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla.

“Lo spezzatino – per i sindaci dei comuni rivieraschi Fucecchio, Ponte Buggianese, Altopascio, Cerreto Guidi, Chiesina Uzzanese, Pieve a Nievole, Monsummano Terme, Larciano e Lamporecchio – c’era prima della convenzione tra gli enti pubblici, non certo adesso. Chi vuole veramente una gestione unitaria del Padule di Fucecchio è sotto attacco da parte di coloro che vorrebbero tornare alla situazione conflittuale che c’era in precedenza”. Oltre ai Comuni, il Protocollo di intesa per la gestione è stato sottosritto insieme alla Regione Toscana, alla Città Metropolitana di Firenze e alle Province di Pistoia e di Lucca.
“Un’intesa – dicono i sindaci – che ci sta portando verso la gestione unitaria dell’intera area con la cabina di regia affidata alla Regione Toscana, come voluto dalla legge sul riordino istituzionale. E proprio adesso che stiamo andando verso una gestione più chiara, più semplice e più condivisa, è partita una campagna di disinformazione che vorrebbe far credere ai cittadini il contrario. Per interessi di parte e per strumentalizzazione politica qualcuno ha preso a pretesto una questione particolare, quella dei Centri Visite di Castelmartini e Sibolla che saranno gestiti in accordo tra i comuni, per far credere alle persone che invece tutta la gestione del Padule e delle Riserve Naturali sia frammentata tra vari enti. Ma non è assolutamente così. I Piani di Gestione li farà la Regione Toscana come previsto dalla riorganizzazione delle funzioni. Il protocollo che abbiamo sottoscritto ci permetterà poi di avere una visione d’insieme e di garantire tutti i portatori di interessi che gravitano nell’area del Padule: associazioni, proprietari terrieri, coltivatori e altri. Era la situazione precedente, quella che vedeva la suddivisione di competenze tra varie province, che non garantiva assolutamente una gestione uniforme del Padule. Quindi chiediamo alla Regione Toscana di accelerare l’iter e arrivare quanto prima alla definizione completa del percorso”.
Per i sindaci, “il Padule di Fucecchio è al centro di una strumentalizzazione politica. E’ evidente che sia così. Altrimenti perché nessuno di questi problemi è mai stato sollevato all’interno della Consulta del Padule che è l’organo competente per dibattere anche di questi temi?”. Una disinformazione “alimentata da personaggi che parlano del Padule di Fucecchio confondendo l’intera area umida, che sono circa 1500 ettari, con le Riserve Naturali che invece sono poco più di 200 ettari. Il Padule di Fucecchio per essere tutelato ha bisogno di essere vissuto e di permettere ai proprietari e alle associazioni di svolgere le attività che hanno svolto storicamente su questo territorio. Soltanto così potremo tutelare il Padule, non certo con battaglie ideologiche che servono a difendere gli interessi di pochi”. 
Maurizio Marchetti
“Il protocollo di intesa sulla gestione delle Riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla preveda espressamente – per il capogruppo di Forza Italia nell’Assemblea toscana Maurizio Marchetti – anche eventualmente valutando la possibilità di stipulare una convenzione unica e univoca per l’intero sistema, il coinvolgimento nelle attività legate al Protocollo di intesa delle organizzazioni ambientaliste e degli esperti del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, così da scongiurare ogni rischio di marginalizzazione del loro ruolo prezioso e di compressione quanti-qualitativa delle loro attività”. Attraverso una specifica mozione appena depositata in consiglio regionale, Marchetti si fa portavoce delle preoccupazioni delle organizzazioni ambientaliste e dei cittadini in genere riguardo alle prospettive di segmentazione gestionale del sistema di aree umide conseguente all’applicazione del Protocollo di intesa per la gestione del sistema delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla, documento che coinvolge nella valorizzazione delle Riserve, oltre alla Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze, le Province di Pistoia e di Lucca, i Comuni di Fucecchio, Ponte Buggianese, Cerreto Guidi, Chiesina Uzzanese, Pieve a Nievole, Monsummano Terme, Larciano, Lamporecchio, e Altopascio per quanto concerne il Lago di Sibolla. I timori di una “compressione – dice – e marginalizzazione delle attività didattico-scientifiche qualificate manifestati da cittadini e comitati non sono peregrini”. E, poi, “Mentre il Lago di Sibolla risulta solo saltuariamente valorizzato sotto il profilo della fruizione didattica, scientifica e formativa, il Padule di Fucecchio può contare fin dall’alba degli Anni Novanta del secolo scorso sull’attività qualificata del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio”. Marchetti evidenzia i “timori che le organizzazioni ambientaliste e gli esperti del Centro stanno manifestando per il futuro delle loro attività, temendo una progressiva compressione e marginalizzazione del loro ruolo prezioso e anzi da amplificare ed agevolare nell’intero Sistema delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla”. Per questo impegna “la Regione a rassicurarli attraverso formalizzazioni ufficiali, magari anche valutando forme convenzionali o comunque cristallizzando l’inclusione di queste realtà entro il Protocollo”.
Stefano Baccelli
“Per la gestione del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla – secondo il consigliere regionale e presidente della commissione ambiente Stefano Baccelli -, il protocollo d’intesa con le amministrazioni comunali rivierasche è lo strumento necessario per gestire al meglio i centri visite e garantire quindi l’adeguata promozione turistica, culturale e naturalistiche all’area. I Comuni saranno infatti la parte attiva sul territorio e svilupperanno il lavoro di tutela e promozione con le associazioni ambientaliste presenti sui rispettivi territori. La Regione svolgerà invece attività di coordinamento e di tutela, che supera lo spezzatino tra le diverse province e garantisce un’azione sistematica di valorizzazione, tutela e gestione delle aree protette. Tra tutti gli interventi letti in questo periodo salta agli occhi la presa di posizione di un ex sindaco, oggi consigliere regionale, Maurizio Marchetti, che nonostante provenga da un’esperienza amministrativa locale si scaglia oggi contro quel modello di gestione, probabilmente per mera opportunità politica. Fu proprio lui, infatti, nel 2014, uno dei fautori della destrutturazione del centro documentazione del Padule di Fucecchio, sancendo con un atto di consiglio l’uscita del Comune di Altopascio dal Centro: lo stesso Centro di cui oggi Marchetti prende le difese. Come Provincia di Lucca invece investimmo importanti risorse nella riqualificazione e salvaguardia del Lago di Sibolla e nella realizzazione del centro visite e negli ultimi anni ho sostenuto, anche in qualità di consigliere regionale, la necessità che la gestione del centro visite passi al Comune di Altopascio. Proprio l’amministrazione comunale altopascese, infatti, ha dimostrato, dal 2017 a oggi, di saper promuovere l’area, con un calendario di eventi, visite guidate, aperture straordinarie per le scuole: tutte attività che il Comune di Altopascio ha fatto grazie all’attaccamento e alla buona volontà dei suoi amministratori, che di volta in volta sono riusciti a far scoprire quell’area a tantissime persone, inserendo il Lago di Sibolla nel programma regionale dedicato alle escursioni e alla valorizzazioni delle Riserve naturali, dei parchi e delle aree protette toscane. Anche la Regione Toscana ha fatto la sua parte sostenendo, nel 2018, il Comune con un contributo straordinario di 10mila euro, rendicontato puntualmente dall’amministrazione comunale. Quello che ha fatto il Comune di Altopascio in questi due anni è invece la dimostrazione più concreta di quello che dovrà essere il modello di gestione del Padule di Fucecchio. La dimostrazione, cioè, di come se ai Comuni viene lasciato spazio e vengono date risorse per i centri visite le cose possano funzionare. Per questo motivo la Regione Toscana deve arrivare il prima possibile all’attuazione concreta del protocollo con i Comuni rivieraschi e a rendere operativo questo modello che potrà solo generare crescita e sviluppo ai territori”.
Amici del Padule
“Vista la prospettiva di un imminente smembramento – spiegano i volontari – della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio e dell’assegnazione dei suoi beni a due comuni e al Consorzio di Bonifica, le volontarie e i volontari del Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio, membri dell’associazione Amici del Padule di Fucecchio, come segno di protesta rispetto ad una decisione avversata con una grande manifestazione popolare il 12 maggio scorso e non concordata con le associazioni ambientaliste, nonostante impegni presi in questo senso da parte della Regione Toscana, hanno deciso di sospendere le attività nel servizio di apertura al pubblico delle strutture (Centro Visite di Castelmartini e Osservatorio Faunistico delle Morette), fino a che non perverranno segnali positivi. Ricordiamo che tale servizio è stato da noi garantito, con il supporto fondamentale del personale del Centro, ininterrottamente dalla primavera 2014, nonostante le prospettive incerte e per lo più in mancanza di alcun riconoscimento da parte delle istituzioni locali. Le nostre attività di manutenzione hanno impedito il deterioramento irreversibile delle strutture (edifici, passerelle, arginature, opere idrauliche etc.) in assenza di fondi dedicati, a fronte di una totale latitanza dell’Ente Gestore, la Regione Toscana. Vogliamo ribadire che siamo impegnati, sottraendo tempo alla nostra vita familiare e alle nostre attività ordinarie, per un progetto in cui abbiamo creduto e crediamo: la tutela di un’area naturale preziosa attraverso consolidate e riconosciute conoscenze e competenze specifiche, l’importanza cruciale della conservazione della biodiversità in relazione al mantenimento di fondamentali equilibri ecosistemici, l’inestimabile valore della bellezza, la divulgazione di un messaggio di conoscenza e di rispetto. Questi sono i valori, condivisi con i professionisti che collaborano con il Centro (esperti e guide), che ci hanno indotto a dispiegare un lavoro così ingente e continuativo nel tempo, e non certo una generica vocazione a dare informazioni turistiche o a verniciare i corrimano. Pertanto ci teniamo a sottolineare che non saremo disposti a continuare a prestare il nostro lavoro se verrà a mancare il basilare presupposto della ‘buona gestione’ – unitaria e tecnicamente corretta – della riserva naturale. Concludiamo domandandoci come l’amministrazione comunale di Ponte Buggianese possa candidarsi alla gestione di un bene pubblico quale la Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, quando non eè stata fino ad oggi in grado di utilizzare e valorizzare la Dogana del Capannone, struttura restaurata con ingenti somme di denaro pubblico, la quale, salvo sporadici eventi, risulta sempre chiusa e priva di indicazioni per i visitatori. Qualsiasi turista e visitatore, condotto dai numerosi cartelli stradali, si trovi infine di fronte al portone di quel bellissimo edificio lo troverà sempre chiuso, nè vi troverà orari di apertura o contatti per informazioni”. 

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