Coi Cavalieri di S.Maria a Monte la memoria della Grande Guerra

Allora avevano tra 20 e 30 anni. Erano il presente e il futuro delle loro famiglie e del territorio. E’ passato un secolo da quando vennero inviati in guerra e riuscirono a fare ritorno a casa. A volte feriti o mutilati ma di certo con un po’ di morte dentro, che per tutta la vita non sono riusciti a dimenticare. Anche, però, con valori alti e immensa morale, che più ci si allontana da allora e più c’è bisogno di ritrovare. Oggi, un secolo dopo, a ricordare deve essere chi resta. Farlo a Santa Maria a Monte sarà più facile: grazie all’immenso lavoro di Bernardo Vellone, i “cavalieri” di Santa Maria a Monte hanno un nome (elenco in coda all’articolo).

“Era il 1968, anno spartiacque nella vita politica, sociale e culturale del nostro Paese – ricorda Vellone – quando all’approssimarsi della ricorrenza del 50esimo anniversario della fine della Grande Guerra, il Governo Moro III presentava al Parlamento un disegno di legge recante: ‘Riconoscimento in favore dei partecipanti alla guerra 1914-1918 e alle guerre precedenti’. Il provvedimento veniva posto in discussione e approvato dalle Commissioni di Camera e Senato fra il 6 ed il 9 marzo divenendo la Legge 263/1968, con la quale, oltre ad accogliere una serie di emendamenti, si assorbivano le varie proposte di legge presentate da parte delle forze politiche, dal Pci al Msi, in materia di pensione e vitalizi per gli ex combattenti. La norma approvata, tuttavia, si differenziava dalle altre proposte depositate nei due rami del Parlamento incentrate sulla concessione dell’assegno annuo vitalizio o forme similari di sostegno economico in favore degli ex combattenti, in quanto oltre ai benefici economici, un vitalizio non reversibile, prevedeva la concessione di una medaglia ricordo in oro per coloro che avevano prestato servizio militare per almeno sei mesi nelle forze armate italiane durante la guerra 1914-1918 o durante le guerre precedenti. E, ancora, l’istituzione dell’Ordine di Vittorio Veneto riservato ai combattenti decorati della croce al merito di guerra o che si fossero trovati nella condizione per avere titolo a tale decorazione. A capo di tale Ordine, che comprendeva l’unica classe di Cavaliere, si poneva il Presidente della Repubblica. Erano trascorsi cinquanta anni dalla fine del primo conflitto mondiale e molti dei reduci erano defunti, si pensi che le classi mobilitate per il fronte erano quelle che andavano dal 1877 al 1900. Tuttavia i santamariammontesi che si trovarono nelle condizioni richieste per vedere accolta la domanda di cavalierato risultarono essere 263, alcuni dei quali trasferitisi nel nostro Comune anche da regioni del sud Italia a seguito dei flussi migratori del secondo dopoguerra. La memoria collettiva di questi, loro malgrado, protagonisti di una dolorosa pagina di storia del Novecento con il passare degli anni risulta sempre più labile e legata alla sfera intima familiare, in alcune abitazioni sono ancora esposte le insegne dell’ordine (una croce metallica) e il relativo brevetto.
I nominativi riportati di seguito sono i ventenni e trentenni che oltre un secolo fa vennero inviati in guerra e che riuscirono a fare ritorno a casa, in molti casi con ferite e mutilazioni non solo fisiche e che in maniera tardiva si videro riconoscere dallo Stato italiano una ricompensa morale e materiale per i sacrifici sostenuti. La spinta a rendere questi nomi patrimonio della Comunità si muove insieme alla speranza che i nostri giovani di oggi si impegnino a custodirne la memoria, al pari di quella degli oltre cento Caduti di Santa Maria a Monte, in una prospettiva di pace e fratellanza tra i popoli”.
Ecco, allora, l’elenco: Alpini Alfredo (1889); Aurilia Giovanni (1891); Baccelli Raffaele (1887); Bachini Angiolo (1895); Bachini Severo (1893); Bachini Tommaso (1896); Baggiani Dino (1893); Baggiani Luigi (1896); Bagnoli Pietro (1895); Baldi Terzo (1896); Banchini Mario (1892); Bandecchi Ferdinando (1896); Banti Angelo (1899); Banti Averardo (1898); Banti Fedele (1891); Barachini Oreste (1897); Baronti Pio Alberto (1882); Barsotti Otello (1892); Bartoli Gino (1897); Bartoli Leone (1896); Bassignani Giovanni (1897); Bastianelli Vittorio (1894); Batazzi Silvio (1894); Bellagamba Gino(1899); Bellucci Primo (1895); Bensi Antonio (1898); Bernardini Angelo (1899); Bernardini Gelindo (1898); Bianchi Giovanni (1893); Boni Palmizio (1891); Bonistalli Bellarmino (1892); Boschi Cesare (1895); Boschi Corrado (1894);Boschi Giuseppe (1895); Boschi Raimondo(1900); Boschi Rizieri (1892); Boschi Tancredi (1892); Botti Alessandro (1889); Bracci Angelo (1897); Bracci Ferdinando (1894); Brilli Brillo (1897); Brucini Amos (1899); Brucini Giulio (1899); Buti Alberto (1881); Buti Benvenuto (1887); Buti Giulio (1889); Buti Giuseppe (1897); Buti Narciso (1889); Buti Stefano(1892); Calò Raffaele (1894); Capobianco Giuseppe (1900); Caponi Cesare (1884);Caponi Enrico (1893); Caponi Giulio (1897); Caponi Guido (1896); Carli Cesare (1900); Carlotti Angelo (1894); Castellani G. Battista (1891); Castellani Nello (1895); Cavallini Alfredo (1889); Cavallini Artidoro (1889); Cavallini Mauro (1897); Cavallini Oreste (1900); Cavallini Raffaele (1893); Cavallini Vittorio (1893); Cavallini Vittorio (1892); Ceccarini Cesare (1896); Cellesi Bartolomeo (1882); Cesari Pacifico (1896); Cherici Agostino (1885); Chesi Adolfo (1893); Colombai Annibale (1895); Corsi Alfredo (1897); Cristofani Antonio (1892); Cristofani Pietro (1895); Dal Canto Armando (1899); Dal Canto Natale (1894); Dal Canto Oreste (1880); Dal Canto Pietro (1887); De Luca Nicola (1895); Desideri Ermindo (1886); Dini Anchise (1895); Dini Ezelino (1894); Dini Fabio (1892); Dini Nello (1895); Diomelli Giuseppe (1890), Donati Angiolo (1900); Donati Corrado (1892); Donati Giovanni (1884); Donati Virgilio (1895); Eustachi Virgilio (1889); Falaschi Faustino (1892); Falaschi Francesco (1895); Falaschi Paolo (1891); Falleri Ranieri (1895); Falorni Corrado (1897); Falorni Guido (1893); Fanteria Guido (1888); Faraoni Santi (1886); 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Vivaldi Giuseppe (1896); Vivaldi Pietro (1885).

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