Gioco d’azzardo, 15 milioni in 6 mesi spesi a San Miniato foto

In un anno, mediamente, ogni samminiatese spenderà circa mille euro in gioco d’azzardo. Per un costo complessivo di oltre 30 milioni di euro: il bilancio di un Comune, in pratica. Sono cifre impressionanti quelle che don Armando Zappolini e la Caritas diocesana lanciano oggi, 9 novembre, da Santa Maria a Monte. La triste proiezione deriva dai dati raccolti nei primi 6 mesi del 2019, in base ai numeri ufficiali del Ministero delle finanze. Una cifra che deriva dalla somma di quanto è finito in “macchinette”, scommesse, lotto e altro ancora e che basta a ipotizzare un problema sociale, perché in quella massa esorbitante di giocatori ci sono anche i tanti, troppi malati di dipendenza. Per questo la Caritas ha deciso promuovere una rete di centri di ascolto, per un confronto diretto con la povertà e le richieste di aiuto.

 

I numeri
“Da alcuni anni – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana don Armando Zappolini – assistiamo ad una crescita costante di famiglie italiane che chiedono aiuto: ormai siamo al 50 e 50 tra famiglie italiane e straniere, mentre fino a pochi anni fa la differenza era molto marcata. Da queste richieste di aiuto emergono in particolare due emergenze: la ricerca di lavoro e la ludopatia”. Per mettere in evidenza il peso economico e sociale, spesso sottovalutato, del gioco d’azzardo, la Caritas ha messo insieme i dati di due dei Comuni più popolosi della diocesi, San Miniato e Ponsacco, confrontati con quelli del Comune di Firenze. Si è scoperto quindi che dal 1 gennaio al 30 giugno, nel Comune di San Miniato, sono stati “investiti” nel gioco ben 15milioni e 78mila euro, per una spesa pro capite di 539, pari ad una stima di oltre 1000 alla fine dell’anno. In Valdera gli abitanti di Ponsacco riescono a fare ancora peggio: quasi 12 milioni spesi nei primi 6 mesi dell’anno, che a fronte di una popolazione di circa 15.500 abitanti portano la spesa pro capite a 760 euro. Cifre che comunque vengono “stracciate” da quelle del capoluogo regionale, dove il gioco ha assorbito più di 350 milioni in 6 mesi, per una spesa di circa 900 euro per ogni fiorentino. Interessante però anche la quota delle vincite: a San Miniato, ad esempio, a fronte dei 15 milioni spesi in giochi, scommesse e “macchinette” ne sono stati vinti 12. “In pratica – commenta don Zappolini – i cittadini di San Miniato hanno perso 3 milioni in 6 mesi, buttando via soldi che potevano servire per gli acquisti familiari o per curarsi. Mediamente, per ogni 100 euro speso, 75 vengono redistribuiti con le vincite in modo da alimentare la febbre da gioco, mentre gli altri 25 si perdono, in maggioranza a vantaggio di società private e in parte allo Stato, che ogni anno mette in manovra 10 miliardi di entrate dal gioco d’azzardo”.

Tre nuovi sportelli d’ascolto
Negli ultimi anni qualcosa si è mosso, ma lo scalino da superare resta l’accettazione della malattia, la presa di coscienza della necessità di chiedere aiuto e di farsi curare. Ed è per questo che la Caritas ha aperto altri 3 sportelli di ascolto, tutti nel comprensorio del Cuoio, in aggiunta a quello che don Zappolini aveva già attivato nella parrocchia di Perignano. “Con la campagna nazionale di ‘Mettiamoci in gioco’ – ricorda don Zappolini – abbiamo ottenuto l’abolizione quasi completa delle pubblicità e la possibilità per le persone affette da ludopatia di essere prese in cura dai Sert, ma resta comunque difficile che qualcuno si faccia avanti spontaneamente per farsi curare. Così, come Caritas, abbiamo pensato di creare dei percorsi intermedi per portare queste persone verso il servizio sanitario nazionale, perché siamo convinti che la questione debba essere in carico al pubblico, senza dare spazio a ‘santoni’ e profittatori che promettono soluzioni in cambio di soldi”. Da qui la decisione di aprire altri tre sportelli di ascolto all’interno dei centri Caritas, garantendo la riservatezza e la discrezionalità degli incontri, in collaborazione con la cooperativa Il Cammino: a Santa Croce in via Puccioni 11B ogni primo lunedì del mese dalle 9,30 alle 11,30, a Fucecchio nei locali dell’oratorio parrocchiale in piazza Salvo D’Acquisto ogni secondo lunedì del mese dalle 9 alle 11 e a San Miniato Basso in via Tosco Romagnola 120 ogni primo mercoledì del mese 9,30 alle 11,30. Il quarto sportello è attivo nei locali della parrocchia di Perignano, in piazza Santa Lucia, ogni giovedì dalle 17 alle 19.

L’appello ai politici
“L’Italia è il terzo Paese al mondo per gioco d’azzardo dopo Stati Uniti e Giappone – aggiunge don Armando Zappolini -. Negli ultimi anni di sicuro qualcosa è migliorato: c’è il divieto della pubblicità e ci sono finalmente i regolamenti comunali, come ci sono Regioni che hanno intrapreso una battaglia forte contro la ludopatia, però adesso servirebbe una legge quadro nazionale. Passare al proibizionismo sarebbe sbagliato, perché significherebbe mettere il gioco d’azzardo in mano alle mafie, ma intanto lo Stato potrebbe iniziare a ridurre da 10 a 5 miliardi il gettito previsto in manovra: si ridurrebbe la ‘polpetta’ ma si salverebbero delle vite. Il problema della politica italiana è che non sai mai con chi parlare: nei mesi scorsi avevo condiviso con Di Maio delle idee che poi sono rimaste lettera morta. Superata questa finanziaria riprenderemo i contatti con tutte le forze politiche per la nascita di un intergruppo parlamentare. Durante le vacanze di Natale sarà in Congo, ma subito dopo tornerò a mordere il polpaccio dei politici”.

Giacomo Pelfer

 

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