Vittime dell’Eccidio del Padule, “La Toscana faccia causa alla Germania”

Al governatore della Toscana, lo chiedono i familiari di chi ha perso la vita nelle stragi toscane

I familiari dei caduti nelle stragi naziste chiedono che la Regione Toscana faccia causa alla Germania per i risarcimenti e aiuti i cittadini che fanno altrettanto. Con una lettera aperta, lo chiedono al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Di seguito, integralmente, la lettera a Rossi firmata da Vittoria Tognozzi, Tosca Lepori, Antonio Cavallini, Andrea Parlanti, Dimitri Cioli, Laura Cioli, Giovanna Simoni, Anita Fagni, Stefano Fagni, Donatella Silvestri, Ada Silvestri, Stefano Silvestri, Luca Silvestri, Jacopo Pierattini, Roberto Giannini, Lara Mazzei, Natalino Mazzei, Anna Maria Giacomelli, Bruno Giacomelli, Lina Paolini (Sopravvissuti e familiari di vittime della Strage del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944), Lido Lazzerini, Pietro Capelli, Lida Lazzerini (Sopravvissuti e familiari di vittime della Strage del 4 – 5 maggio 1944 di Mommio), Mariangela Marcella De Negri, Luciano Bertinelli (figli di vittime della Strage di Cefalonia), Gian Luca Luccarini (presidente dell’associazione dei familiari delle vittime degli eccidi nazifascisti di Grizzana, Marzabotto, Monzuno 1943 – 1944)

La ringraziamo perché, dopo le Sue parole dell’1 settembre alla 75esima commemorazione della strage del Padule di Fucecchio, siamo stati ricevuti e abbiamo potuto spiegarci meglio.

Chiediamo che la Regione Toscana si attivi per la giustizia sulle stragi naziste, cioè per i risarcimenti economici alle famiglie e agli enti locali. Chiediamo che la Regione faccia una causa civile contro lo Stato tedesco: l’hanno già fatto enti come il Comune di Roccaraso, che ha ottenuto la condanna della Germania e ha iniziato l’esecuzione. Chiediamo anche che la Regione sostenga le spese di cause simili intentate da superstiti e familiari, che informi i Comuni toscani e la cittadinanza sulla possibilità di fare queste cause; che anche nell’ambito dei gemellaggi con località tedesche, il tema sia valorizzato. La Germania deve pagare e ha i mezzi per farlo.

La vicepresidente Monica Barni ha detto che il tema è caro alla presidenza e a lei personalmente e ha promesso l’attivazione degli uffici legali regionali.

Le Sue parole, Presidente, ci incoraggiano: “L’Armadio della vergogna c’è. Il nostro paese non si è mosso come avrebbe dovuto. Perché le sentenze, contro i mandanti di quelle stragi, non sono state portate a esecuzione. È una vergogna, questa, che ci portiamo dietro, come Italia. E come Regione Toscana siamo disposti a fare ancora di più per arrivare a una degna conclusione”.

L’impegno che chiediamo è per la storia, non sulla storia. Nel 1786 la Toscana, prima nel mondo, abolì la pena di morte. Adesso bisogna schierarsi perché i crimini contro l’umanità siano risarciti. La Toscana, la regione più colpita dalle stragi, chiamando in causa lo Stato tedesco può fare un gesto di grande statura: contrasto al nazifascismo, quindi difesa dei pilastri della civiltà, e dissuasione dalla commissione di nuove stragi, ovunque. Chi si batte per i risarcimenti dei crimini di ieri, salva vite oggi e domani.

La Corte internazionale di giustizia, all’Aia, nel 2012 ha protetto la Germania dalle condanne patrimoniali e ha affermato un principio generale di immunità di ogni Stato, anche per le stragi odierne. Il sangue dei nostri cari è diventato l’occasione per una licenza di uccidere. Ma quella decisione ha scandalizzato i giuristi e nel 2014 la Corte costituzionale l’ha dichiarata senza effetti. Adesso si tratta di eseguire. La Toscana può contribuire, trasformando i delitti che hanno segnato le nostre vite in occasione per prevenire altri crimini.

La battaglia per i risarcimenti procede. Chi ha cariche pubbliche deve scegliere fra la conservazione di un Ancien régime che sarà comunque superato, e la più avanzata tutela che certamente prevarrà.

Non chiediamo strappi alla legge. La Regione, anni fa, fece costituzioni di parte civile nei processi penali ai militari tedeschi; ha un credito per il danno alla popolazione e al territorio, ma non l’ha ancora riscosso. Non occorre una concertazione con lo Stato italiano; quelle costituzioni di parte civile furono decise autonomamente, e oggi anche un ente come il Comune di Roccaraso fa causa a Berlino con piena autodeterminazione.

A Firenze l’avvocato Joachim Lau sta già lavorando per il risarcimento della strage di Distomo. È uno dei massimi esperti, e quella richiesta di risarcimento proviene da un ente locale greco, simile a una regione italiana. All’epoca del processo alla Corte internazionale di giustizia, l’avvocato Lau offrì collaborazione al Ministero degli esteri: non fu accettata e l’Italia si difese così male che fu sconfitta.

Lei ha un’occasione storica da cogliere, è preziosa, non la sciupi. Come Giuseppe Tesauro nel 2014 chiuse la sua presidenza della Corte costituzionale con una sentenza coraggiosa, così Lei può chiudere la sua presidenza della Toscana avviando un processo civile e aiutando le famiglie colpite.

Lei, Presidente, che ricorda in pubblico con dignità la Sua famiglia di lavoratori, segua l’esempio di chi nel Secolo dei Lumi abolì la pena di morte: apra la stagione di una concreta responsabilità degli Stati. Nel Settecento il progresso venne dal granducato, nel Ventunesimo secolo venga dal popolo.

Con la possibilità di ottenere risarcimenti per i delicta imperii la Toscana, che nel 1786 limitò il potere sui delitti, adesso può metter freno ai delitti del potere. Leghi per l’avvenire il Suo nome a questo successo.

 

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