Aiuti alimentari nella spazzatura, anche Lambertucci (Per un’altra Santa Croce) pronto alla querela

Il leader dell'opposizione: "In atto un maldestro tentativo di infangare la mia reputazione"

È ancora polemica sul tema degli aiuti alimentari che sarebbero stati abbandonati fra i rifiuti in centro a Santa Croce sull’Arno, questione che da politica è diventata legale con una querela ai danni del capogruppo di opposizione Alessandro Lambertucci. Pronto anche lui a rispondere a carte bollate.

Aiuti alimentari fra i rifiuti, Lambertucci (Per un’altra Santa Croce) chiede l’intervento del sindaco

“La vicenda che mi ha visto, mio malgrado, coinvolto nelle ultime settimane – dice-  è, indubbiamente, figlia del maldestro tentativo di infangare la mia reputazione, personale e politica, posto in essere da qualcuno evidentemente animato da immotivato rancore e, soprattutto, infastidito dal lavoro che, come consigliere comunale di opposizione, sto svolgendo con grande passione e assiduo impegno. Anzi, con la stessa tranquillità che mi ha accompagnato nell’affrontare questa assurda vicenda, mi sento di aggiungere che, se con la querela, infondata e fantasiosa, proposta da chi si è sentito colpito sul vivo perché sorpreso in fallo, si è inteso attaccare il capogruppo dell’opposizione a Santa Croce per inibirne le iniziative e silenziarne la voce in merito all’irrisolto problema dei rifiuti assai spesso indebitamente abbandonati nel centro storico, tale intento è miseramente naufragato visto che le paradossali e strumentali accuse mosse nei confronti del sottoscritto si sono rivelate del tutto inconsistenti e indimostrate”.

“Prima ancora che consigliere comunale – dice – sono un uomo di legge, profondamente rispettoso delle norme che disciplinano la civile convivenza, conosco il disvalore attribuito ad azioni che possano ledere gli altrui diritti e non sono certo avvezzo, contrariamente a come si è tentato di dipingermi, alla commissione di atti pregiudizievoli nei confronti di chicchessia. Riterrei corretto, oltre che auspicabile, che, tutti coloro i quali, prendendo spunto da una vicenda montata su basi inconsistenti, con l’unico deprecabile scopo di additare il sottoscritto come colui che, con la propria azione politica, diffonde idee atte a fomentare divisioni, odio sociale e razzismo, si sono espressi, sui social e sulla stampa, in modo a dir poco “improvvido ed avventato”, facessero un passo indietro e recitassero un doveroso “mea culpa” riconoscendo di aver agito in modo eccessivamente impulsivo. E tale presa d’atto risulta ancor più dovuta, in particolare, per coloro che rivestono, tutt’ora, cariche e ruoli apicali in associazioni rappresentative di cittadini stranieri che vivono e lavorano sul nostro territorio e che, per statuto, dovrebbero avere quale precipua, se non unica, finalità quella di implementare la convivenza pacifica tra i popoli ed il rispetto delle regole dettate dall’ordinamento del paese di accoglienza e, nella vicenda che mi ha coinvolto, mi hanno rivolto attacchi tanto pesanti quanto ingiustificati: attacchi che, per la portata e l’espresso contenuto di alcune frasi, saranno devoluti all’opportuno vaglio dell’autorità giudiziaria”.

“Sono consapevole – prosegue Lambertucci – di esprimere una personalissima opinione ma credo che chi ha, in tal senso, profondamente sbagliato nell’esprimere il proprio dissenso, dovrebbe immediatamente rassegnare le dimissioni dalle cariche rappresentative che riveste in quanto, prendendo le parti, in modo assolutamente non obiettivo, della persona che mi ha ingiustamente querelato, con numerose uscite denigratorie della mia persona sui social media, sulla web press e sulla carta stampata, ha dimostrato di non possedere quelle necessarie doti di equilibrio indispensabili per lo svolgimento del delicato ruolo affidatogli e di aver perduto la necessaria credibilità al cospetto dell’opinione pubblica. Basti pensare che, ancora oggi, circola, su diversi profili social dei miei più accaniti detrattori, il video di una diretta streaming nel quale, ingiustamente e lapidariamente, il mio nome viene associato alla formula “violazione di domicilio” nel tentativo di suscitare le reazioni indignate e fomentare i commenti negativi di coloro che visualizzano le immagini”.

“È evidente che, nel caso in cui tale video non venga immediatamente rimosso – dice Lambertucci – sarà inevitabile e doveroso per me chiederne la forzata cancellazione interessando le autorità competenti. Mi auguro, concludendo, che la vicenda possa svolgere una funzione didascalica: la dialettica politica, il confronto ed anche l’aspra contrapposizione di idee e prospettive, debbono trovare il giusto spazio negli ambiti ad essi riservati. L’accesso alla giustizia come grimaldello per scardinare l’azione dell’avversario può rivelarsi un pericolosissimo boomerang e, soprattutto, non conferisce alcun contributo utile alla soluzione dei reali problemi dei nostri cittadini”.

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