“Potenziare Arpat per monitorare il territorio”, una mozione in consiglio comunale dopo la vicenda Keu

Assente M5S e Pd che non ha partecipato al voto, l'ha votata il consiglio comunale di Pisa. La chiusura del sito di San Romano tra "i sintomi" del depotenziamento

Uscire dallo stato di emergenza emerso con lo scandalo Keu, per avviare un vero e capillare sistema di monitoraggio ambientale, potenziando Arpat sul fronte del personale, delle risorse e della logistica anche laddove anni fa la rete fu depotenziata: il Comprensorio del Cuoio e non solo. E’ quanto chiede una mozione al consiglio comunale di Pisa passata all’unanimità (ma con M5S assenti mentre il Pd non ha partecipato al voto) oggi 18 gennaio, coi voti della maggioranza e della sinistra radicale. A presentarla il consigliere di Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile Francesco Auletta.

“Allo stato attuale – si legge nella mozione – permane una situazione che impedisce ad Arpat di svolgere efficacemente il proprio ruolo, a causa della carenza di personale e della sua avanzata anzianità di servizio, nonché della scarsa disponibilità di mezzi e strumentazioni adeguate, con la conseguenza che si è prodotto un calo delle attività di protezione ambientale nel territorio regionale”.

RIAPRIRE I PRESIDI ARPAT

Il riferimento è ad una mozione simile che, in “tempi non sospetti”, la stessa lista aveva fatto passare in consiglio nel 2019. “Mozione” si ricorda nel documento odierno “dove si sollecitava la piena autonomia e le adeguate risorse economiche, umane e strumentali per l’espletamento di tutte le attività istituzionali di tutela e prevenzione ambientale in Toscana”, con il “ripristino di un organismo di ‘partecipazione sociale’ per consentire ai Comuni ed agli altri enti locali, alle organizzazioni sindacali, ai comitati di cittadini ed alle associazioni ambientaliste di prendere parte al processo di definizione degli obiettivi e dei programmi di attività dell’Agenzia. Documento rilanciato nei fatti e che a suo tempo chiedeva un piano straordinario di assunzione di personale ed un Piano Triennale del Fabbisogno del Personale (PTFP) dimensionato per riportare la dotazione organica (di comparto e dirigenza) ai livelli almeno del 2016″.

L’obiettivo dichiarato è quello di tornare ai “santi vecchi” o quanto meno avvicinarsi ai livelli di radicamento che l’Azienda aveva prima dei drastici tagli del 2011, quando anche in un Comprensorio del Cuoio attraversato dalle proteste di ambientalisti e partiti della sinistra radicale arrivò implacabile la scure della Regione. Un depotenziamento “de facto profondamente connesso”, per Auletta, con “quanto ha rivelato lo scandalo Keu”, con esplicito riferimento alla chiusura del presidio Arpat di San Romano di quegli anni.

IL NODO DELLA RISORSA IDRICA

“I corpi idrici subiscono da decenni un impatto rilevante a causa delle attività antropiche, con conseguente e frequente compromissione degli equilibri ecologici – continua la mozione –. Nel caso dell’Arno, dal momento che costituisce il corso d’acqua principale del proprio bacino, la condizione è più facilmente critica in quanto il fiume raccoglie quanto arriva dai suoi immissari; in particolare nel tratto finale dove si concentrano maggiormente gli inquinanti, anche in considerazione del fatto che ancora oggi non esiste un impianto di trattamento delle acque a Firenze e che lo scandalo Keu ha messo a nudo come anche i sistemi di depurazione, pur anche avanzati, della Zona del Cuoio non siano sufficienti di per sé a mettere al riparo dal rischio di inquinamento anche di inquinanti pericolosi”. Tutto questo mentre “le indagini relative agli inquinamenti da Keu hanno permesso di individuare diverse aree colpite, ma che non è semplice rilevare con la stessa facilità lo sversamento nelle acque di inquinanti”.

EMERGENZA CONTINUA

“Considerato che lo scandalo Keu ha evidenziato un intreccio tra politica, affari e criminalità organizzata senza precedenti in Toscana e che di conseguenza investire nella tutela ambientale e nel monitoraggio dell’inquinamento – ivi compreso quello delle acque – ha una funzione indispensabile non solo in sé ma anche di prevenzione affinché tali intrecci non possano nuovamente verificarsi” si legge ancora nella mozione “è imprescindibile potenziare la presenza dell’Agenzia nel territorio provinciale di Pisa con la piena e continua operatività delle sue strutture per rispondere alle esigenze dei cittadini, per fornire informazioni imparziali e conoscenze scientifiche di supporto alle decisioni delle amministrazioni e per individuare tempestivamente l’insorgere di emergenze ambientali, tanto più se causate da comportamenti scorretti e o illegali”. “E’ essenziale – continua – garantire che l’Agenzia possa operare in piena indipendenza dal sistema politico” ed “investire nuove risorse per il monitoraggio continuo dell’inquinamento delle acque individuando eventuali nuovi siti in cui il Keu potrebbe essere stato smaltito”.

Di qui “la richiesta di investire nuove risorse di personale e attrezzature per garantire una rete stabile e capillare di controlli sul territorio, tarata adeguatamente sulle pressioni ambientali che vi insistono, e condurre un’ulteriore approfondita ricerca mirata a individuare ulteriori siti oggetto di smaltimento Keu e a valutare l’impatto da esso eventualmente prodotto e intraprendere tutte le azioni opportune e necessarie”.

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