Arte e cuoio, Nari Ward in mostra a Villa Pacchiani

Sabato (20 ottobre) alle 11, al Centro di attività espressive di Villa Pacchiani, verrà inaugurata la mostra di Nari Ward Holding Patterns, a cura di Ilaria Mariotti. L’evento si inserisce nell’ambito di Arte Impresa Territorio, il progetto del Comune di Santa Croce sull’Arno giunto ormai alla sua quinta tappa e realizzato per Toscanaincontemporanea2018. Di anno in anno artisti internazionali vengono invitati a relazionarsi con le eccellenze produttive del territorio. Quest’anno il partner dell’iniziativa, con cui Nari Ward si è posto in ascolto e in dialogo, è Unic – Conceria italiana e Lineapelle, che diventa elemento chiave e metafora per leggere caratteristiche e dinamiche dell’intero territorio.

Il progetto, condiviso con la galleria Continua e l’associazione Arte continua, conta sul contributo tecnico di consorzio Aquarno, conceria Dolmen, cuoificio Bisonte, Salvadori, treccificio Rcg, Labor, Vacchetta pasticceria – enoteca. Grazie alla collaborazione con l’Accademia di belle arti di Firenze e la Fondazione per le arti contemporanee in Toscana sono stati messi a punto percorsi dedicati alla formazione del pubblico e dei giovani artisti, così come appuntamenti diversificati rivolti alle scuole (istituto comprensivo di Santa Croce sull’Arno) e agli adulti. Giamaicano di nascita ma newyorkese di formazione e residenza, Nari Ward è un artista di levatura internazionale. Da febbraio 2019 sarà protagonista di un’importante retrospettiva al New Museum di New York. Nari Ward realizza opere che partono dai materiali quali testimonianza della vita sociale, economica, rituale di comunità intere. Lacci di scarpe, passeggini, carrelli del supermercato, televisori, oggetti trovati sono elementi per la costruzione di metafore sulla nostra contemporaneità. I suoi lavori si strutturano come nuclei dai quali si possono dipanare molteplici narrazioni. Ciascuna narrazione è diversa perché diverso è l’approccio individuale: talora affascinato dai materiali, talora dalla possibilità di rintracciare storie comuni o individuali. L’opera diviene una tappa di un processo di comprensione e restituzione di dati concettuali, scientifici ma anche soggettivi e autobiografici. Numerosi sono stati i sopralluoghi e le visite effettuate: alle concerie (Camaleonte e Dolmen, Ausonia e cuoificio Bisonte), agli impianti di depurazione (Aquarno: Consorzio Depuratore, Ecoespanso, Centro recupero cromo), al Polo tecnologico conciario Poteco. e, dato che la cittadinanza a Santa Croce sull’Arno è composita e molti addetti alle concerie sono stranieri (si registra il 15 per cento di lavoratori stranieri in tutto il distretto conciario) all’stituto culturale islamico.

“Unic concerie italiane è la più importante associazione degli industriali conciari a livello mondiale – afferma Fulvia Bacchi, direttore generale del gruppo – ed è rappresentativa di un settore strategico per il tessuto economico e manifatturiero italiano e per i territori in cui le aziende conciarie operano. Unic – continua – svolge il proprio ruolo di rappresentanza della categoria e di promozione del settore conciario anche attraverso investimenti per il recupero e la conservazione del patrimonio storico e culturale ed il sostegno convinto, come nel caso specifico, all’incontro fra conceria ed arte contemporanea”. Tra le componenti di Unic vi è Lineapelle, la più importante rassegna internazionale dedicata ai settori pelli, accessori, componenti, sintetico, tessuti e modelli per calzatura, pelletteria, abbigliamento e arredamento. “Avere un tale partner a condividere questo nostro progetto – osserva Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno – significa parlare e toccare, attraverso materiali, lavorazioni, artigianalità e tecnologia, un territorio intero e valorizzare, attraverso l’arte, l’identità e la natura del distretto. Fin dall’inizio del progetto agli artisti che invitiamo cerchiamo di raccontare la complessità del nostro territorio, i delicati equilibri che lo contraddistinguono, i tanti saperi che qui si concentrano. Insieme agli artisti, grazie ai loro modi diversi di elaborare poeticamente quanto vedono e conoscono durante i sopralluoghi, con rinnovato orgoglio, ogni anno, ci troviamo a rileggere la storia e l’identità del luogo dove viviamo”.
“Cerchiamo di creare cortocircuiti tra il mondo dei materiali, dell’economia, del sociale e il pensiero degli artigiani, degli imprenditori e degli artisti. La restituzione di un’esperienza complessa – aggiunge Mariangela Bucci, assossore alle politiche e alle istituzioni culturali – che avviene in occasione della mostra, è sempre un’occasione di riflessione pubblica e condivisa su caratteristiche locali e globali insieme”. La mostra presenta un gruppo di opere inedite realizzate appositamente per il progetto e in relazione al percorso di incontro e scambio che riguarda tutto il territorio di Santa Croce sull’Arno e molti aspetti diversi della sua produttività e complessità sociale. Molte le associazioni ossimoriche concettuali che le opere evocano: trasparenza e opacità, giocosità e gravità, levità e pesantezza, eternità e temporalità, movimento e permanenza. La pelle, le sue lavorazioni e la sua trasformazione, è il materiale che caratterizza le dinamiche industriali ed economiche del distretto conciario e di cui Santa Croce sull’Arno è la ‘capitale’. I processi legati alla sua lavorazione, le economie che muove, le risorse umane con le specificità di saperi artigianali, tecnologici e scientifici che implicano sono i dati e le informazioni che costituiscono la base del percorso di Nari Ward.

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