Ferragosto tra Cigoli e Corazzano foto

di Valerio Vallini

Poniamo la partenza dal castello di Cigoli. Proprio dal piazzale Lodovico Cardi davanti al Circolo Gori con visione da un lato del busto marmoreo del “Cigoli”, splendido manierista seicentesco, così ricordato e nominato per antonomasia dal nome del paese natale Castelvecchio di Cigoli. Cinquanta metri di salita per uno sguardo all’interno della splendida chiesa pievana di Santa Maria e San Michele, la cui facciata novecentesca inganna sull’origine bassomedievale del complesso. Lo slanciato tabernacolo di Neri di Fioravanti (1381), che custodisce la statua di una madonna con bambino, la così detta Madonna dei bimbi, portata nel trecento sembra dai Frati Umiliati, percepita come taumaturgica. Tale madonna è il simbolo della devozione mariana e della ricchezza di Cigoli alla quale contribuirono turbe di pellegrini provenienti da molte parti del Val d’Arno e da Firenze, come scrisse il Sacchetti nelle sue Novelle. Interessante è il fonte battesimale (IX secolo), traslato nel XVI dall’antica pieve di San Giovanni a Fabbrica al Molino d’Egola. Le pareti della chiesa sono arricchite da tele e affreschi di artisti medievali e contemporanei fra i quali Dilvo Lotti e Luca Macchi di San Miniato. Scendendo sull’ampio piazzale, diamo un’occhiata, sotto i grandi archi in via Fiume che reggono il muro del castello e la chiesa, alle gigantografie di alcune opere del Cigoli, e poi, usciamo da porta al Serraglio alla volta del bivio fra via Dalmazia e via Volterrana. Si imbocca via Volterrana, si scende fino al piano e poi si risale per Moriolo. Ci si affaccia all’antichissima chiesa di San Germano di Moriolo di cui fu proposto il poeta Don Luciano Marrucci. Si riprende la via che porta al Genovini passando sotto l’oratorio di San Matteo. Al bivio del Genovini, poco prima, si svolta nel lungo rettifilo della strada per Montaione e in prossimità di Corazzano ci appare sulla sinistra la bella pieve romanica dell’antico villaggio di Quaratiana. Il percorso tra Cigoli e Corazzano è lungo circa 10 Chilometri.
La pieve che risale all’892, è posta in posizione strategica a poca distanza dalle direttrici francigene. Oggi ci si propone in forme architettoniche del XIII, riadattate al gusto romantico del XIX secolo. Nel 1987 il ritrovamento di un basamento di colonna interrato sotto il pavimento, fece pensare al basamento di una colonna di un atrio di un tempio paleocristiano. Presenta inoltre elementi interessanti sulle pareti esterne: conci altomedievali nell’abside e in altre parti; inserimenti di materiali di recupero marmorei di età imperiale romana; laterizi graffiti trecenteschi. Indubbia è la bellezza dell’edificio perfettamente inserito nel paesaggio, nonostante la presenza di strutture novecentesche degradate. Per gli interni, straordinario un fonte battesimale già della pieve di Barbinaia. Si rimanda alla relazione del restauro di Lidia Cinelli che si può trovare nel sito Pieve di San Giovanni Battista di Corazzano. Inoltre per visitare la pieve all’interno si può contattare don Francesco Ricciarelli parroco della chiesa di Corazzano.

 

 

 

 

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