I 50 anni del Consorzio Conciatori Ponte a Egola foto

di Valerio Vallini

La data del 26 settembre del 1966 è passata inosservata. Eppure proprio in quel giorno fu rogato dall’avv. Banti Mario notaro di San Miniato, l’atto di costituzione (chi scrive ne possiede una copia), della Società Cooperativa Consorzio Conciatori di Ponte a Egola. Della necessità di una società o associazione, ne parlavano molti conciatori fino dalla primavera di quell’anno 1966 in casa dell’uno o dell’altro, poi nelle stanze di Virgilio Pellegrini e infine nei locali del circolino parrocchiale messi generosamente a disposizione dal parroco Don Bagatti nel settembre.

Bruciava soprattutto lo strapotere degli spedizionieri che lucravano sul commercio delle materie prime. “Uniti”, dicevano gli imprenditori pontaegolesi “avremmo potuto ottenere condizioni più favorevoli”. Il consorzio procedeva speditamente la difficile opera di aver messo insieme, nel nome della concia, imprenditori di orientamento comunista e di fedi democristiane; socialisti e liberali e seguaci di Almirante, in anni quando l’appartenenza politica voleva dire ostilità e chiusure, mugugni e peggio. La Cassa di Risparmio di San Miniato si prodigò con simpatia e con investimenti in quella scommessa risultata vincente ma che allora pareva utopia perché “A Ponte a Egola”, si diceva, “non dura nulla”. Eppure già nel 1964 era stata organizzata di fatto un Associazione Artigiani e piccoli Industriali Conciari che si fece portavoce di istanze che reclamavano una maggiore forza contrattuale nei confronti di tutte le controparti. Fra i fondatori di questa Associazione che sarà l’embrione del futuro Consorzio Conciatori si ricordano: Bruno Quirici che fu il presidente, e i consiglieri Aduo Amorini, Mauro Innocenti e Franco Valori. A questi seguirono tempestivamente Quinto Morelli, Goliardo Lastrucci, Azelio Veracini, Gaspero Giglioli detto il Fenfi. Tale associazione cessò nel 1966, per rinascere nello stesso anno, e fu Consorzio Conciatori di Ponte a Egola con sede in via Diaz, con presidente Sergio Ciampalini. La disastrosa alluvione del 4 novembre che com’è noto devastò tutta la zona, indirizzò tutte le energie del consorzio e della popolazione nell’opera di soccorso e ricostruzione saldando la solidarietà fra le due sponde dell’Arno.

 

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