Quindici torri a S.Croce, lo dice una pergamena del 1367 foto

La scoperta è avvenuta in un fondo poco esplorato dell’Archivio di Stato di Firenze. Due pergamene datate 1367, che contengono rispettivamente l’elenco delle torri del castello di Santa Croce e di quello di Castelfranco. Due documenti gemelli, destinati a dare un contributo importante alla ricostruzione del tessuto urbano delle due città fra Tre e il Quattrocento. È la scoperta firmata da Valerio Vallini, scrittore e storico locale, nonché curatore per Il Cuoio in Diretta della rubrica ‘Storie e ricordi’, che ha scovato i due documenti nell’ambito di una ricerca sistematica sulla storia di Santa Croce.

Un lavoro che va avanti da sette anni, attraverso una ricerca condotta negli archivi comunali di Santa Croce e San Miniato e in quelli di Stato di Pisa e Firenze. L’input arrivò nel 2010, quando Vallini riuscì a far emergere dal Fondo delle comunità autonome e soppresse gli Statuti di Cigoli del 1406. Ricerche che videro la luce per il quaderno numero 2 dell’Istituto storico lucchese, sezione Valdarno. Da quell’anno, lo studioso decise di dare inizio ad una ricerca sistematica per Santa Croce dalla fondazione fino al Novecento, conducendo più tardi, su richiesta della direttrice della biblioteca Antonella Strozzalupi, un’attività di docenza per la cosiddetta Università dell’Età Libera.
E fu proprio in quel contesto che emersero alcune domande e curiosità fino ad allora senza risposta: “Qual’era l’assetto delle mura castellane? E Santa Croce aveva le torri come la ‘gemella’ Castelfranco di sotto? Chi volle la fondazione dei due castelli del Valdarno? E perché? “Sotto il profilo archeologico – ricorda Vallini -, a differenza di Castelfranco che mantiene ancora oggi tracce vistose del suo passato medievale (la bella torre di Vigesimo, le porte a nord e a sud, i chiassi quasi intatti), a Santa Croce esiste soltanto il rifatto muro dell’orto del monastero di Santa Cristiana e il complesso del convento agostiniano rimaneggiato nell’Ottocento. Eppure, le carte ottocentesche parlavano delle due porte: Porta Fiorentina e Pisana agli estremi del corso Mazzini (già via di mezzo), e di tratti di mura castellane vendute per ‘lastricare’ le strade dal cinquecento al 1806 in epoca napoleonica. Si doveva quindi esplorare il tessuto urbano, per quanto era possibile, e interpretare documenti d’archivio”.
Nel 2015 emersero dall’archivio storico del comune le prime notizie su alcune torri dai nomi misteriosi: Torre di Cecafolle, Torre di Spartabrighe, Torre al Leone. Cecafolle richiama alla memoria via di Cecafoglia vicino alla piazza Matteotti, mentre per le altre la ricerca è ancora in corso. “Da qui la curiosità si accrebbe – riprende Vallini -. Il passo decisivo, però, è stato compiuto solo in questi ultimi sei mesi. La ‘scoperta’ più sensazionale è quella che si è realizzata a luglio con la decifrazione, grazie all’aiuto fondamentale dell’amico e storico Alberto Malvolti, di due pergamene del 1367. Una comprende un elenco di torri, anch’esse inedite, di Castelfranco di Sotto. L’altra che riguarda Santa Croce, si rivela un documento altrettanto prezioso. In esso sono elencate ben quindici torri appartenenti al circuito del castello e al suo tessuto interno. Molte di queste sono state riusate per costruire le case, altre sono ancora oggi inglobate nel tessuto urbano e riconoscibili ad un occhio esperto per la classica struttura della casa-torre. L’individuazione è facilitata dalla conoscenza delle antiche contrade”.
Questa scoperta, inoltre, aiuta ad interpretare una veduta di Cristiano Banti (nella foto) che si rivela un’opera che attinge al reale e non un parto di fantasia. Si riconoscono, infatti, uno scorcio di mura verso l’Arno, la Porta Reale che guarda Usciana e alcune torri ottagone. Adesso, come risultato di queste ricerche, l’obiettivo è quello di dare una visione grafica e comprensibile a tutti di come appariva Santa Croce nel basso Medioevo. Grazie alla collaborazione dell’architetto e grafico Massimo Tosi a cui si devono stupendi disegni di Certaldo, San Gemignano e San Miniato, è in atto la creazione di due tavole che daranno una rappresentazione grafica del territorio e del centro storico di Santa Croce come si presentava a cavallo fra il tardo Medioevo e l’affacciarsi del Rinascimento.

 

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