Autobus stracolmi e gli studenti restano a piedi: tanti disagi per i ragazzi di Castelfranco

La protesta di una madre, che si fa portavoce di un problema diffuso: "Alla seconda fermata della Francesca Nord i mezzi sono già strapieni"

Ogni mattina è quasi una scommessa. Un’incognita con cui tanti studenti si sono ormai abituati a convivere, sempre col cellulare sotto mano, pronti a telefonare al primo genitore disponibile se l’autobus riparte senza di loro perché già stracolmo. Succede spesso agli studenti del comprensorio. E dall’inizio dell’anno scolastico è già accaduto più di una volta a decine di ragazzi di Castelfranco, soprattutto a quelli che devono raggiungere il polo scolastico di Pontedera con la linea 250 che parte da Fucecchio.

A farsi portavoce del disagio, a nome di varie famiglie del paese, è Veronica Signorini, madre di due ragazze iscritte rispettivamente in una scuola di Pontedera e al Cattaneo di San Miniato, costretta a convivere ogni giorno con le chat di whatsapp con cui i genitori sono pronti ad attivarsi appena uno dei figli avvisa di essere rimasto a terra. “Quando l’autobus arriva da Santa Croce ed entra nel territorio comunale di Castelfranco, alla seconda fermata della Francesca Nord è già stracolmo”, racconta la donna, facendosi portavoce di un problema aggravato mai come quest’anno dall’incapacità di protestare o chiedere spiegazioni a qualcuno, soprattutto da quando la gestione del trasporto locale è passata ad Autolinee toscane, società controllata dal colosso francese Ratp Dev, che per i prossimi 11 anni si occuperà di tutte le linee urbane ed extraurbane della regione.

“Lo scorso anno abbiamo pazientato perché davamo la colpa al Covid e alla carenza di autisti – aggiunge Signorini – tenendo anche conto del fatto che Autolinee toscane era appena subentrata. Quest’anno però la situazione è peggiore, anche perché con l’allentamento delle restrizioni sulla capienza degli autobus il numero dei mezzi sembra essere stato ridotto. Alla fine credo basti conteggiare il numero di abbonamenti per capire se su una certa linea servono più mezzi. Viene il dubbio quindi che molti ragazzi viaggino senza abbonamento. Del resto lo scorso anno, in otto mesi di scuola, le mie figlie non hanno mai visto un controllore nemmeno una volta”.

Da qui l’appello ad Autolinee toscane, innanzitutto per capire se è consapevole dei disagi. “Se provi a parlare con la Sequi – riprende la donna – ti senti rispondere che loro sono solo proprietari dei mezzi e che dobbiamo interfacciarci con Autolinee toscane. Più che altro vorremmo capire se da parte loro c’è la consapevolezza del disagio e se si stanno attivando per risolverlo, magari nei giro di qualche mese. Se noi paghiamo l’abbonamento è perché questo servizio ci serve”. Del resto non è solo la linea per Pontedera a creare problemi alle famiglie: anche i ragazzi che vanno a San Miniato devono scontare spesso qualche difficoltà. “La figlia che va al Cattaneo non ha mai avuto problemi all’andata – spiega Signorini – ma al ritorno è già successo 5 o 6 volte che sia rimasta a piedi con i compagni, non perché l’autobus era pieno ma perché è partito con qualche minuto di anticipo. Per le famiglie non è semplice organizzare le giornate con questa continua incertezza”.

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