Inclusione e accessibilità: 51 realtà del territorio invitano i candidati alle Amministrative a fare Rete

Una delle richieste centrali è quella di coordinare al meglio le politiche assistenziali del territorio

Pensare a politiche di area, rafforzare il ruolo della Società della Salute, impegnarsi per l’inclusione scolastica, usare l’amministrazione condivisa come metodo diffuso e lavorare alla creazione di una fondazione di Comunità. Sono le proposte che la Rete Inclusione Empolese Valdelsa Valdarno rivolge a tutti i candidati e alle candidate alle elezioni amministrative previste a giugno nei 15 comuni della zona.

La Rete, un’unione composta da 51 realtà del territorio, impegnata da due anni nel mettere insieme e rafforzare le tante organizzazioni impegnate sui temi dell’inclusione e dell’accessibilità, ha infatti elaborato un documento per proporre a tutti i partiti politici interessati dalle elezioni le proprie istanze.

“I temi – spiegano Anna Maria Leoncini e Sabina Marmeggi, le portavoce della Rete – relativi alle politiche dell’inclusione ampiamente intese sarebbero tantissimi e ognuno di loro meriterebbe importanti approfondimenti. Tuttavia, per le elezioni che riguarderanno tutti i comuni del nostro territorio, la Rete ha condiviso la necessità di sottoporre pochi argomenti di metodo, più che di merito”. Cinque i temi protagonisti del documento che vuole essere una base per approfondire il dialogo. “Sono proposte – continuano – che riteniamo propedeutiche al necessario approfondimento delle singole azioni, attività, progettualità che una società inclusiva e partecipativa si merita”.

Una delle richieste centrali è quella di coordinare al meglio le politiche assistenziali del territorio. “La stessa persona con disabilità e o fragilità sociale – concludono – svolge attività scolastica ed extrascolastica su più comuni, anche grazie all’offerta delle organizzazioni aderenti alla Rete. Le famiglie si spostano, a volte anche per molti chilometri, per cercare la situazione più congeniale alle caratteristiche dei figli. L’esigenza che sentiamo è quindi quella di un coordinamento e una collaborazione più forte fra gli enti locali coinvolti. E questo ragionamento non vale solo per le politiche sociosanitarie e socio assistenziali, ma anche per le politiche educative, dello sport e per le attività extrascolastiche”.

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