Inchiesta Keu, Torselli e Capecchi (Fdi): “La Regione ascolti i comitati della Sr 429”

I consiglieri regionali: "Il governatore Giani e l’assessore Monni hanno fatto di tutto per non valorizzare i lavori della commissione di inchiesta"

Ad un anno dall’inizio dell’inchiesta Keu la Regione non ha ancora trovato il tempo di ascoltare i comitati della Sr 429, che si sono appellati per avere certezze sui tempi delle bonifiche ma con cui governatore e assessore all’ambiente non si sono ancora incontrati. Chi pagherà le bonifiche? Verranno fatte pagare davvero a chi ha inquinato o saranno a carico dei cittadini toscani?”. Lo chiedono il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Francesco Torselli, ed il consigliere regionale Alessandro Capecchi, componente della commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità in Toscana.

“Sono 13 i siti coinvolti nello scandalo Keu ma i timori è che siano molti di più anche perché il materiale è stato utilizzato anche per appalti privati e non solo per quelli pubblici come la Sr 429. La conferma l’abbiamo dal decreto emesso, a fine gennaio, dalla commissaria speciale regionale dottoressa Caselli: nel decreto viene chiamato in causa anche il Consorzio Aquarno e altre ditte oltre a quella dell’imprenditore Lerose, indagato dalla Dda di Firenze per presunta collusione con clan della ‘ndrangheta. Il decreto della dirigente Caselli parte dal presupposto che ci sia una nota della Provincia di Pisa che imponeva al Consorzio Aquarno di fare le verifiche ambientali prima di cedere a terzi il Keu, verifiche che pare non siano state effettuate, parliamo di circa 15mila tonnellate annue di Keu dal 2014 al 2019 – ricordano Torselli e Capecchi – Restano ancora tanti nodi da sciogliere, dunque, visto che l’indagine penale è ancora in corso e dal decreto della dott.essa Caselli è emerso un profilo di responsabilità del Consorzio Acquarno di cui il Consorzio di depurazione è proprietario al 93%. Ci sarebbe da capire, inoltre, quali contenziosi si sono innescati dopo il decreto della dirigente Caselli, che ha imposto anche al Consorzio Acquarno di attivarsi per le bonifiche. Tra le partite aperte, in attesa della discussione in consiglio regionale delle due relazioni svolte in seno alla commissione d’inchiesta, c’è quella dell’accordo di programma che regola i rapporti tra Regione, ministero, Associazione conciatori (Consorzio Acquarno) ed enti locali”.

“Il governatore Giani e l’assessore Monni – sottolineano Torselli e Capecchi – hanno fatto di tutto per non valorizzare i lavori della commissione d’inchiesta tanto che la stessa ha partorito due relazioni conclusive: una di maggioranza e una di minoranza. La commissione ha svolto il suo ruolo ma non è stata supportata dalla giunta regionale e dagli uffici, abbiamo sempre avuto materiale in extremis e la giunta è stata scorretta ed in preda ad un protagonismo tardivo cercando sempre di anticipare le possibili conclusioni e le proposte che di volta in volta emergevano in commissione. Dai protocolli d’intesa alle bonifiche, ai sistemi di incrocio dei dati, tutto questo è stato anticipato dalla Regione per avere risalto mediatico”

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