Bosco dei Frati, le associazioni: “Noi esclusi” foto

La gestione del parco pubblico dell’ex Bosco dei Frati continua ad accendere gli animi delle associazioni di San Romano. Polemiche incrociate tra ciò che è stato e ciò che occorrerebbe fare per rilanciare l’area. Un grande polmone verde che l’ex amministrazione Vivaldi decise di affidare, tramite convenzione, all’associazione La Ruzzola che ha in carico la gestione dell’adiacente Centro giovani di via 25 Aprile. Un affidamento, tuttavia, che non è andato giù alle altre associazioni di San Romano, come emerso anche ieri nel corso della nuova consulta presieduta dal coordinatore Bernardo Carannante.

Il bosco della discordia.
“Un paio di anni fa – ha ricordato un rappresentante della Misericordia – ci presentammo in comune in tre associazioni chiedendo di farci carico del Bosco dei Frati, ma ci fu risposto di no perché era già stato aperto un bando al quale noi non potevamo partecipare”. “Un bando fatto appositamente per l’associazione La Ruzzola”, ha rincarato la dose un altro dei presenti, contestando la volontà dell’amministrazione di assegnare il parco pubblico ad un’associazione appartenente al mondo Arci. Il presidente de La Ruzzala, Enrico Savini, ha ricordato che la convenzione consente la possibilità di dare l’area in affidamento a qualunque altra associazione ne faccia richiesta. “Da parte nostra siamo apertissimi – ha detto Savini – anche perché non avremmo le forze per farcela da soli. Il Bosco dei Franti resterà sempre un’area pubblica per noi, e siamo aperti ad ogni proposta. Con il Centro giovani stiamo cercando di offrire alla frazione dei servizi che prima non c’erano”. “Nel bando è stato scritto che La Ruzzola avrebbe dovuto collaborare con le altre realtà di San Romano – ha ricordato il consigliere comunale Jonathan Rimicci – quindi non capisco questa polemica. Se le associazioni vogliono il Bosco lo avranno e La Ruzzola non chiederà mai un euro”.
Una tempesta che nasce dal passato, insomma, ma che ancora sembra rallentare ogni ipotesi di confronto costruttivo per dare un futuro all’area. Un parco pubblico, come ha sottolineato qualcuno, che necessiterebbe però anche di interventi strutturali da parte dell’amministrazione, a cominciare dall’illuminazione. “Oggi ci sono varie possibilità di finanziamento – ha risposto l’assessore Alessandro Varallo -. La presenza di un Centro giovani, unita alla collaborazione di altre associazioni, può essere uno strumento per cogliere queste opportunità”.
Via Mulinaccio.
Ad aprire la consulta, però, era stato prima di tutto il problema del decoro: erbacce, caditoie intasate, vegetazione che cresce indisturbata sui lungarni, unita ai frequenti problemi di natura idraulica che interessano la parte bassa del paese. Alcuni cittadini hanno puntato il dito soprattutto sulla situazione di via Mulinaccio e su alcune lottizzazioni considerate “poco ortodosse”. Sotto accusa, in particolare, il piano di housing sociale varato dalla precedente amministrazione con la “Dea Costruzioni” di Empoli, che ha portato al recupero (finora parziale) di un ex stabilimento industriale in via Mulinaccio dove sono stati ricavati fino ad oggi 18 alloggi. Una donna che vive proprio accanto alla lottizzazione ha denunciato problemi deflusso delle acque da quando sono stati realizzati i nuovi appartamenti. L’assessore Varallo ha promesso una visita sul posto verificare la situazione. (g.p.)

 

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