Santa Croce, via libera da Arpat per la Cromochim

Si chiude definitivamente la vicenda della ditta Chromochim di Santa Croce, al centro di un incidente lo scorso 26 novembre che provocò la fuoriuscita di alcune sostanze nell’aria e nelle fognature (leggi anche: Esplosione alla CromoChim, scatta il piano di emergenza). A decretarlo dopo il riavvio dell’attività, con una nota di oggi, 25 marzo, anche Arpat rendendo pubblici i risultati delle sue analisi poco dopo l’incidente al reattore dell’azienda. Misure di emergenza e monitoraggi ambientali che sono stati comunicati anche al comune di Santa Croce sull’Arno, dai quali però emerge una situazione sotto controllo.

“In una recente nota tecnica al comune di Santa Croce, Arpat ha escluso criticità dal punto di vista ambientale, che rendano necessaria l’interruzione dell’attività presso le aziende limitrofe” spiega l’azienda regionale in un comunicato. “Il 3 dicembre furono prelevati 5 campioni di terreno nelle immediate vicinanze, tenendo conto dell’elaborazione dei dati meteo nel momento dell’incidente. Fu prelevato anche un campione “bianco” di terreno, situato in direzione opposta e distante dalla sorgente dell’evento incidentale, per consentire il confronto. Le concentrazioni di Cromo esavalente e Cromo totale, sui campioni prelevati, risultavano inferiori o compresi tra i valori fissati dalle normative in vigore. Anche se i riscontri analitici risultano talvolta superiori al valore di bianco, questi comunque rispettavano le concentrazioni soglia di contaminazione pertinenti, prese a riferimento per le bonifiche dei suoli contaminati”.

In altre parole qualcosa si è riversato, ma entro limiti di rispetto delle leggi in vigore, in particolare il decreto legislativo 152/2006, che fissa i limiti di cromo totale considerati “normali” fra i 150 e gli 800 mg/kg ss e quello esavalente, il più pericoloso, fra i 2 ed i 15 mg/kg ss. La presenza di cromo era in cima alle preoccupazioni degli enti in quanto proprio questa sostanza era ed è impiegata all’interno dell’azienda in alcune delle sue filiere produttive principali. Nello stabilimento Cromochim Spa infatti si produce una soluzione di solfato basico di cromo, denominata “cromobase”, a partire da bicromato di sodio, glucosio e acido solforico. Elementi che giustificano il fatto che lo stabilimento rientri tra quelli a Rischio di Incidente Rilevante di Soglia Superiore (DLgs 105/2015), sotto la tutela, in merito alla sicurezza del Comitato Tecnico Regionale, presso la Direzione Regionale dei Vigili del fuoco, attività assoggettata anche ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata dalla Provincia di Pisa sotto osservanza della Regione Toscana.

I tecnici dell’Arpat però non si sono fermati solo alla terra ed hanno analizzato anche le acque ed i canali in qualche modo potenzialmente interessati dall’incidente. Quattro i campioni di acque superficiali prelevati lo scorso 26 novembre lungo la via del Melaccio, a monte e a valle dello stabilimento Cromochim, uno dei quali recuperato delle acque raccolte in un avvallamento del fondo stradale presente in via del Trebbio Nord, per valutare il livello di contaminazione da cromo esavalente. “Confrontando i risultati analitici del campione 2, a valle dello stabilimento, (Cromo totale = 50 mg/L; Cromo VI = 33 mg/L) con quelli del campione 1, a monte dello stabilimento, (Cromo totale = 33 μg/L; Cromo VI = 1,5 μg/L), è risultato evidente come l’effetto dell’incidente abbia interessato le acque della fognatura bianca solo nel tratto di fognatura di fronte allo stabilimento Cromochim” scrivono da Arpat. “Negli altri due punti poco più distanti, 3 e 4, non è risultata significativa la concentrazione di cromo VI (1,0 μg/L) dal momento che i valori misurati sono risultati confrontabili con quello a monte dello stabilimento Cromochim (campione 1)”.

“Per quanto concerne la ripresa dell’attività presso Cromochim – continua l’azienda – la ditta ha presentato all’inizio del mese di febbraio una documentazione tecnica in cui si impegna a realizzare varie modifiche per scongiurare il ripetersi di un simile incidente”. A seguito dell’episodio del 26 novembre scorso, il Sindaco di Santa Croce sull’Arno richiese tramite uno dei suoi dirigenti una serie di prescrizioni vincolanti per l’eventuale ripresa dell’attività presso l’installazione Cromochim e delle aziende limitrofe coinvolte nell’incidente. “Prescrizioni che almeno per quanto riguarda noi sono state rispettate, da qui il riavvio della normale attività dell’azienda, che si è impegnata in questi mesi nella bonifica delle aree interessate dall’incidente” aggiunge il sindaco Giulia Deidda. Unico elemento rimasto in sospeso riguarda le eventuali prescrizioni ulteriori circa i procedimenti di emergenza che devono venire dal Comitato Tecnico Regionale.

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