Con i piedi dove li ha messi Gesù, i giovani in Terra Santa

E’ un viaggio, certo, ma non solo alla scoperta di un Paese. Perché un viaggio in Terra Santa è un viaggio dentro se stessi, nella propria storia e spiritualità, oltre che fede. E’ un viaggio nell’attualità di un mondo che sta pian piano smettendo di ascoltare gli altri per sentire la propria voce e nel quale resiste ed esiste chi non si ferma e lavora per la Pace. E’ un viaggio contro corrente, tra la polvere del deserto, il profumo dei secoli e il sapore della fede. Con lo zaino in spalla, scarpe comode ai piedi ma soprattutto il cuore e la testa aperti per accogliere, 45 giovani della diocesi di San Miniato da oggi sono pellegrini in Terra Santa.

Partiti ieri 4 agosto dall’aeroporto di Firenze e con la guida del vescovo Andrea, i giovani della diocesi di San Miniato rientreranno sabato 12 agosto. Lì dove la loro fede è iniziata e dove la guerra non è mai finita, i ragazzi potranno “sperimentare che il Dio cristiano è un Dio che continua a liberare l’uomo – ha detto al settimanale diocesano la Domenica don Marco Casalini, responsabile della Pastorale Giovanile -. Il senso di questo viaggio è vivere un’esperienza di pellegrinaggio nella terra di Gesù. La Terra Santa non è una meta come tutte le altre. Culla di civiltà millenarie, è una terra resa santa dalla vita di Gesù e dalla nascita e dallo sviluppo delle prime comunità cristiane. Ogni pellegrinaggio in questa terra è esperienza profonda di ascolto e d’incontro della Parola che proprio qui si è fatta carne. E’ mettere i piedi dove li ha messi Gesù: da Betlemme a Nazareth, dal lago di Tiberiade al Monte della Trasfigurazione, dal deserto a Gerusalemme. Ancora, è ascolto del silenzio del deserto e del mar Morto. E’ visita ai santuari che i padri francescani da secoli custodiscono e che fanno memoria dei miracoli e delle parole di Gesù, fino a Gerusalemme, la città tre volte santa, dove si trova la basilica del Santo Sepolcro. La terra dove Gesù è vissuto è anche una terra d’incontro e di convivenza non sempre, però, scontati. Una terra dove i cristiani vivono accanto agli ebrei e ai musulmani. Dove s’incontrano i figli della promessa di Dio ad Abramo e i fedeli dell’Islam che qui professano la fede nel Dio ‘clemente e misericordioso’ e dove vivere uno accanto all’altro è spesso difficile”.
Il pellegrinaggio in Terra Santa diventa un’autentica opportunità d’incontro con Gesù e i luoghi della sua vita, con una comunità cristiana che vive in medioriente e con un mondo complesso che cerca non senza difficoltà la convivenza pacifica.

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