Maltempo, salvate una donna e una famiglia – Foto previsioni foto

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Quando il comprensorio del Cuoio si è svegliato, stamattina 3 novembre, aveva ancora davanti una giornata di stato di allerta gialla. Quella tra 2 e 3 novembre è stata una notte d’inferno per i comuni tra Firenze e Pisa, in particolare a San Miniato, Pontedera e Calcinaia.

Dopo due giorni di pioggia, infatti, il sistema del reticolo minore del Valdarno non ha retto ed è entrato in crisi, causando allagamenti in pianura e qualche smottamento (pochi e contenuti) a San Miniato. Le fosse minori si sono riempite e le case sono andate “sotto” mentre il livello dell’Arno non ha mai raggiunto limiti preoccupanti. A fare fronte alle molte criticità che si sono create, sono stati i volontari della varie assocaizioni che hanno anche funzione di protezione civile, le Misericordie, la Vab, la Croce Rossa. La prima emergenza vera in ordine di tempo, nella nottata di sabato si è verificata nel comune di San Miniato, a Calenzano, dove un’automobile con una famiglia di 5 persone – bambini compresi – seguendo il Gps del navigatore si è trovata tra i campi ed è rimasta bloccata per uno smottamento. In un primo momento hanno provato a liberare l’automobile con l’aiuto di un trattore, ma poi sono arrivati i carabinieri visto che il mezzo agricolo non riusciva a risolvere il problema e hanno allertato la protezione civile della Misericordia di San Miniato. Dopo aver liberato la vettura e rimosso la frana dalla strada, i volontari e i carabinieri hanno accompagnato con i mezzi fuoristrada la famiglia nella sede della Misericordia di San Miniato per rifocillarli con un pasto caldo.
In provincia di Pisa, le criticità che hanno richiesto l’intervento del meccanismo di protezione civile – per lo più per smottamenti e cantine allagate – sono state oltre 60. La situazione più critica nel comprensorio è stata quella del comune di San Miniato, che ha aperto nella notte il Centro operativo comunale, il Coc, da subito presieduto dall’assessore alla Protezione civile Marzia Fattori e dal sindaco Simone Giglioli. Nella serata e nella notte, le chiamate al centralino della protezione civile di San Miniato e ai carabinieri sono state molte e almeno 10 gli interventi svolti da altrettante squadre delle associazioni di volontariato che hanno operato fino alle 3 circa, con l’appoggio di 3 pattuglie dei carabinieri. Tra di loro vi erano i volontari della Misericodia di San Miniato, della Croce Rossa di Ponte a Egola, della Misericordia San Miniato Basso, e della Vab, in costante coordinamento con i militari dell’Arma.
La situazione più pericolosa si è però verificata al sottopasso di San Romano, dove una donna è entrata con l’auto, una Fiat 500. L’automobile ha subito cominciato a galleggiare. Alla scena hanno assistito alcune persone che stavano osservando il livello dell’acqua salire dal percorso pedonale e l’hanno esortata a uscire prima che fosse troppo tardi. Il primo soccorso è stato fatto da una pattuglia di carabinieri, che hanno tratto in salvo la donna mentre il livello dell’acqua stava salendo. La donna è stata soccorsa dal personale 118 per evitare l’ipotermia e il sottopasso è stato liberato dall’acqua – che ha raggiunto circa 2 metri – solo nel pomeriggio di domenica, nonostante le idrovere della protezione civile di San Miniato avessero cominciato a lavorare dalla mattina.
Nella notte, i volontari della Croce Rossa del comitato di Ponte a Egola sono stati impegnati nel monitoraggio degli smottamenti in via Maremmana e anche dei sottopassi in via Gramsci, inoltre hanno chiuso i sottopassi allagati nella zona industriale di Romaniano. Ma fondamentale è stato il loro intervento per aiutare i cittadini che si sono trovati l’acqua nei garage e nei piani bassi delle abitazioni a San Donato, in particolare in via Corelli. Per svuotare i locali della case dove era entrata l’acqua, hanno continuato a lavorare per tutto il giorno. Alle 18,30 di domenica, dopo una giornata di fango, acqua e pioggia, il comune di San Miniato ha chiuso il Coc, ritendo rientrata l’emergenza. Per lunedì non sono previste nuove criticità meteo. Le due case allagate a San Donato e il sottopasso di San Romano sono stati liberati dall’acqua. Rimangono delle criticità per la pubblica illuminazion e in molte frazioni. “Da domani – ha detto il sindaco Gliglioli – partiranno gli interventi più urgenti sul territorio”.
Allagamenti si sono verificati nella notte anche nella zona della stazione di San Romano, con alcune auto coinvolte. (Continua a leggere dopo le foto)

Nella zona collinare si sono registrate varie frane, in particolare nelle zone di via Maremmana, via Montebicchieri, via Catena e via Aldo Moro, via Fonti alla Scala. Al momento non ci sono persone sfollate ma l’allerta è alta anche per il peggioramento previsto in serata. 
Nel comune di Montopoli Valdarno, inoltre, in via dell’Arno a Casteldelbosco, l’acqua è entrata in alcune abitazioni, respinta dalle fogne che non riuscivano più a ricevere mentre i marciapiedi bassi hanno fatto il resto. I proprietari di una casa erano fuori per qualche giorno e quando sono tornati, questa mattina, hanno trovato tutto allagato. “Abbiamo un’idrovora – raccontano -, dato che tante volte è già successo, ma questa volta i pozzetti del giardino erano vuoti, purtroppo l’acqua è tornata su dalle fogne, in strada e poi si è riversata nelle case della zona e così, quando siamo ritornati a casa, abbiamo trovato il piano terra tutto allagato, ma tutto sommato non c’è da lamentarsi: nel 2014 l’acqua era arrivata a quasi un metro”.
“La parte bassa di Casteldelbosco – racconta l’assessore Roberta Salvadori – in via Leonardo e via Michelangelo, ha subito degli allagamenti in diverse abitazioni. Abbiamo controllato il sistema fognario con Acque e Protezione civile e sono tutte funzionanti ma sono piene. Sono state ripulite e ricevono ma la quantità di acqua caduta è moltissima. Inoltre sono stati rilevati smottamenti e frane e nel cimitero di San Romano, a franare sono state anche alcune tombe. “La ditta incaricata è già a lavoro”.
Disagi anche a Santa Maria a Monte dove nella notte è rimasto chiuso il tratto iniziale di via Arnovecchio con l’intersezione con via Firenzuola: qui un’auto è rimasta bloccata. Chiusa anche un parte di via Navetta dall’incrocio di via San Donato verso il cimitero, dove una tomba ha subito smottamenti a causa delle infiltrazioni d’acqua.
Castelfranco di Sotto problemi li ha avuti la viabilità interna, in particolare i fossi consortili di scarico – anche dove era stata fatta manutenzione sul reticolo minore nelle scorse settimane -, le dogaie e il collettore antifosso hanno raggiunto il massimo della capienza non riusciendo a ricevere altra acqua. Una situazione che ha impedito il drenaggio della acque dal sistema fognario che alla fine si sono riversate nelle strade e in alcuni casi in giardini e piani bassi nella zona di via Usciana.
A Santa Croce sull’Arno, nella notte, le principali criticità si sono verificate nella zona al confine con Fucecchio, a causa di un’idrovora che non riusciva a funzionare con continuità. In via Donica, via di Pelle e via del Bosco, infatti, l’acqua ha raggiunto i giardini delle case e gli scantinati più bassi, allagando la carreggiata. Nella zona industriale, invece, non si sono registrate particolari criticità grazie all’idrovora di Aquarno che ha drenato le acque piovane. (Continua a leggere dopo il video) 
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Anche qui, nella notte il sindaco Giulia Deidda e i responsabili delle associazioni di volontariato, compresa la Misericordia, hanno monitorato la situazione fino a una riunone di questa mattina, servita a fare il punto anche in vista del possibile peggioramento delle condizioni meteo. 

Elisa Venturi, Giuseppe Zagaria

 

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