Montopoli fa un tuffo nei tempi di Castruccio – Ft foto

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In piazza San Matteo c’era mezza Toscana, esattamente come 690 anni fa, quando il castello di Montopoli fu scelto per siglare l’omonima pace del 1329 che seguì la morte di Castruccio Castracani, signore di Lucca che aveva messo a ferro e fuoco il Valdarno inferiore. Con gli abiti d’epoca, le bandiere e i rispettivi i gonfaloni, gli stessi Comuni sono tornati oggi a Montopoli per rinnovare quell’impegno, all’interno della 46esima edizione della Festa Medievale.

Una rievocazione che ha riunito i gruppi storici di Firenze, Pisa, Volterra, Prato, Pistoia e San Miniato, insieme alle contrade di Sant’Andrea e San Michele in rappresentanza di Fucecchio e Castelfranco e ai figuranti di Staffoli in rappresentanza di Santa Croce. È stato questo, senza dubbio, il momento più significativo di un’edizione che ha fatto il pieno di visitatori, favorita dal caldo estivo che ha riempito le strade del borgo di tantissime famiglie. Un paese tornato indietro nel tempo, attraverso l’impegno di tanti montopolesi che una volta l’anno, da quasi mezzo secolo, riescono a ricreare l’atmosfera e le tradizione di un tempo facendo sparire delle strade ogni segno della modernità. Fra le cantine e i fondi aperti al pubblico, tra le tante bancarelle degli artigiani, sono andati in scena gli spettacoli dei falconieri e dei giullari, dei lanciatori di coltelli e degli sbandieratori. Il tutto in attesa del l’immancabile disfida di tiro con l’arco fra le contrade del Perinsgiú e del Perinsú, i due popoli di Santo Stefano e di San Giovanni che dal Medioevo dividono il castello. A vincere quest’anno sono stati gli arcieri biancorossi del Perinsgiù (con 101 punti complessivi contro gli 86 dei gialloneri) ai quali è andato il Cencio dedicato alla pace di Montopoli. “il nostro borgo ha una grande storia e una radicata tradizione – ha detto il sindaco Giovanni Capecchi -. Dopo la morte di Castruccio Castracani, che al soldo dei ghibellini e dell’imperatore aveva messo a ferro e fuoco queste terre, i pisani promosseo la pace con gli altri Comuni, scegliendo il nostro castello per la stipula del rrattato. Quello di oggi non è solo di un gesto emulativo ma ha anche una valenza simbolica in favore delle politiche pacificatrici, della diversità e della concordia, in un periodo in cui la pace sembra passata di moda. Proprio per questo rievocare certi episodi può aiutarci a guardare la realtà di oggi con più consapevolezza. Voglio pensare che chi stipulò quella pace, per quanto effimera, pensò anche alle future generazioni”.

 

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