Comprensorio diviso dall’Italicum. Toti:”Non avremo rappresentanti”

Ieri l’aveva definita una follia. Oggi 10 luglio, un po’ più a freddo, la suddivisione in collegi che esce per la Toscana, per il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti, “è un errore”.

Al quale, quindi, “il Parlamento può rimediare e i nostri parlamentari pisani possono intervenire”. Visto che l’Italicum, la nuova legge elettorale che si applicherà dall’estate del 2016, è ora all’esame delle commissioni competenti. La Toscana passa dall’essere circoscrizione unica a essere divisa in 6 collegi plurinominali, formati in media da circa 600mila abitanti e capaci di eleggere tra 5 e 7 parlamentari. Non se la spiega altrimenti che con un errore, Toti, la decisione di dividere gli elettori del comprensorio del Cuoio in due differenti collegi: con Montopoli che resta con Pisa e Santa Croce, San Miniato e Castelfranco che “si trovano in un’area residuale”, dove l’Empolese fa la parte del leone e confluisce persino una porzione della provincia di Arezzo. “Continuo a chiedermi – aggiunge il sindaco di Castelfranco – quale possa essere il filo conduttore di questa scelta che ha diviso in due il Comprensorio, con la conseguenza evidente di colpire questa nostra zona in termini di rappresentanza”. Proprio mentre i comuni del Cuoio provano a stringere di più i rapporti, con un cammino unitario che li porti nella stessa area vasta e i primi passi di quell’unione dei comuni della quale finora si era solo parlato. “Senza dimenticare che quello del Cuoio è un comprensorio anche economico, che interagisce e lavora insieme in modo stretto”. Quella scelta, qualcuno ha provato a spiegarla con i numeri, messi insieme da un pool di esperti, Istat compresa. Che hanno colorato la cartina infilandoci dentro le persone, gli elettori, che sono il succo stesso della democrazia.
Anche volendo spiegare questa scelta con i numeri, “un comprensorio diviso – secondo il Toti -, non può esprimere rappresentanti, non può sentirsi garantito, non può avere il peso che gli serve e che merita, al pari degli altri territori”. Perché un collegio che si sviluppa in tre province, difficilmente può avere qualcosa in comune. E d’altra parte, un Paese che sta facendo l’eutanasia alle Province, ai tradizionali parametri di territorialità è pronto a rinunciare, con buona pace di quelli che già erano territori di confine. “Solo che – aggiunge Toti – di territori di confine ce ne sono tanti, alcuni dei quali sono già, di fatto, omogenei. Quindi perché proprio questo?”. Ora c’è anche da capire cosa ne pensano gli altri sindaci, quelli della nascente unione del Valdarno. (E.Ven.)

 

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