Il suo compenso da presidente della partecipata Azienda Speciale Servizi Pubblici locali, da 9mila euro lordi l’anno, ricevuta fino al 2013, era finito nel mirino delle opposizioni, prima della lista “Castelfranco sopra a tutto”, poi del Movimento 5 Stelle, che lo avevano bollato come “non dovuto” secondo le norme vigenti. Adesso Enrico Quinti ha rassegnato le sue dimissioni.

 Una decisione presa e certificata già dal 30 settembre, ma che ha cominciato a trapelare solo oggi negli ambienti della politica castelfranchese. Due attacchi, quello di Aurora Rossi (leggi: “Reddito non dovuto”, Rossi fa esposto alla Procura) e dai grillini (leggi: Azienda speciale, esposto M5S alla Corte dei Conti), corredati da esposti alla Procura della Repubblica, cbe avevano cominciato a far vacillare la poltrona che Quinti ricopriva dal 2010 fin da subito. A convincerlo a rassegnare definitivamente le dimissioni, presentate (pare) in sordina e protocollate in proprio dopo un’informale comunicazione al sindaco, sembra sia stata la delibera che la giunta aveva emesso in data 15 settembre, appena cinque giorni dopo la denuncia delle opposizioni. Un atto formale nel quale la giunta invitava formalmente il direttore dell’Azienda Speciale Servizi Pubblici Locali (Michele Parenti) “a svolgere le dovute valutazioni giuridiche e conseguenzialmente a porre in essere, nell’ambito della propria discrezionalità e responsabilità, le azioni necessarie finalizzate all’interruzione della prescrizione ed al recupero delle somme erogate”. Una mera presa d’atto da parte della maggioranza che Quinti non deve aver preso bene, tanto che nel giro di due settimane ha rassegnato le dimissioni.

Nilo Di Modica