Incidente in campo sabato, l’otorino lo visita martedì: la disavventura di un 15enne di Fucecchio

L'appello della mamma: "Questi ragazzi andrebbero tutelati maggiormente"

Un incidente in campo successo sabato si è risolto martedì, con un altro viaggio all’ospedale di Firenze. Giocare a calcio a 15 anni è una questione di famiglia: i ragazzi vanno portati agli allenamenti e, quando ci sono le partite bisogna organizzarsi per andare tutti insieme, specie se c’è da muoversi in trasferta. Di solito però, dopo la partita si mangia qualcosa e si approfitta per stare un po’ in giro. Una famiglia di Fucecchio, invece, sabato si è trovata all’ospedale.

Il ragazzo, 15 anni e portiere, stava giocando una partita a Lastra a Signa sabato 22 ottobre quando, racconta la mamma, “ha subito un colpo al naso dato con lo stinco e ciò gli ha provocato la rottura del setto nasale con abbondante perdita di sangue“. Per le competizioni tra ragazzi non c’è l’obbligo di avere l’ambulanza a bordo campo, ma è sufficiente segnalare la presenza di una partita, così da mettere in allerta il sistema dei soccorsi sanitari.

“È stata subito chiamata l’ambulanza – racconta infatti la mamma -, ma dopo ben 40 minuti non si è presentata”. Il ragazzo non era in evidente pericolo di vita e i mezzi potevano essere impegnati in altre urgenze, ma quando c’è di mezzo un ragazzino, non è facile aspettare. Da qui la decisione di caricare il ragazzo sanguinante in auto e portarlo all’ospedale più vicino, il Torregalli.

“Arriviamo alle ore 16 – racconta ancora la mamma -. Viene sottoposto, dopo 2 ore, ad una tac e poi dirottato a Careggi, senza neppure suturare la ferita aperta, per essere sottoposto ad una visita di urgenza da parte di un otorino. A Careggi viene visitato dopo 2 ore e mezzo e ci siamo sentiti dire che Torregalli ha sbagliato a mandarci lì in quanto sono 6 anni che al pronto soccorso non c’è l’otorino. Quindi ‘manovra’ rimandata fino a martedì, quando siamo tornati a Careggi per l’otorino che l’ha finalmente eseguita”.

Una brutta esperienza, quella raccontata da questa mamma, che ora vorrebbe che situazioni come questa o magari anche più gravi non accadessero più. “Mi sembra scandaloso – sottolinea – che non ci siano mezzi di soccorso disponibili durante le competizioni sportive di adolescenti e che le ambulanze non arrivano dopo 40 minuti anche se era stato segnalato un caso urgente per trauma con perdita copiosa di sangue”. Indipendente dalle partite, poi, la delusione è anche per le “attese troppo lunghe ai pronto soccorso”, dove è inevitabile che chi non è in pericolo di vita aspetti che finiscano le emergenze. Per la mamma, però, “Questi ragazzi andrebbero tutelati maggiormente”, perché il calcio è un gioco, dove però basta poco per farsi male.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.