Il Teatro del cielo guarda a La Pira: presentata l’edizione 77 foto

È stato presentato questa mattina 5 maggio, nella biblioteca del seminario vescovile, il programma dell’edizione numero 77 del Festival Dramma Popolare a San Miniato. Un’edizione con al centro la tutela dei diritti e l’impegno di Giorgio La Pira. Presenti Antonio Guicciardini Salini presidente della Fondazione Cr San Miniato, Simone Giglioli sindaco di San Miniato, il vescovo Giovanni Paccosi e Massimo Cerbai, responsabile per Umbria e Toscana di Crédit Agricole Italia.

“Un filo rosso unisce – ha sottolineato il presidente della Fondazione Istituto Dramma Popolare Marzio Gabbanini –, come da tradizione, gli spettacoli della Festa del Teatro di San Miniato: il rapporto tra le scelte politiche ed il bene comune da perseguire secondo valori cristiani”.

Centrale lo spettacolo Dramma industriale, frutto della sinergia tra Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro della Toscana, Fondazione istituto Dramma Popolare di San Miniato. Uno spettacolo – drammaturgia di Riccardo Favaro, regia Giovanni Ortoleva e nel cast (in via di definizione) Stefano Braschi, Marco Cacciola, Christian La Rosa – che restituisce la grande attualità di Giorgio La Pira e di quel cristianesimo sociale – che trovò estrema vitalità, oltre che in La Pira, anche in figure quali Dossetti, Padre Balducci, Don Milani, Don Facibeni – oggi di pregnante attualità per una società in cui l’impegno politico autentico possa tradursi in percorsi e regole nuove, garanti della giustizia e della libertà di ciascun membro del corpo sociale. Lo spettacolo inquadra l’autunno 1953 quando più di duemila operai, tutti assunti nello stabilimento fiorentino del Pignone rischiarono il licenziamento per la chiusura della fabbrica. Il sindaco della città, Giorgio La Pira, prese pubblicamente le parti degli operai, asserragliati nello stabilimento. Nelle drammatiche giornate di quell’occupazione, tra scioperi generali e rapporti con industriali, prefetti e ministri, La Pira compattò un fronte politico e civile che puntò a salvare prima di ogni altra cosa i posti di lavoro.

Il volto più nobile della politica si snoda, appunto, attraverso tutta la Festa del Teatro. E lo ritroviamo nella messinscena de “L’ultima estate. Falcone Borsellino 30 anni dopo “(27 giugno nel Giardino della Cisterna della Misericordia) che ci riporta indietro di trent’anni, in quell’estate del 1992 segnata dalle stragi di Cosa Nostra e della morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Sempre domenica” di Controcanto Collettivo (29 giugno nel Giardino della Cisterna della Misericordia) è un lavoro sul lavoro, una trama di storie, un coro di anime, una sinfonia di destini immersi negli affanni quotidiani. La forza di stare dalla parte del bene ci appare tutta in “Cammelli a Barbiana” con Luigi D’Elia (3 luglio nel Giardino della Cisterna della Misericordia) che rievoca la storia di Lorenzo Milani, prete, maestro e uomo, partendo dal racconto delle scelte che fece nell’estate di bombe del 1943. E la ritroviamo in “Camillo Olivetti – alle radici di un sogno” (Giardino della Cisterna della Misericordia 6 luglio) con Laura Curino riscoprendo la storia di Camillo, il pioniere, l’inventore, l’anticonformista capriccioso e geniale che fondò, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere.
Poi “Aldo morto” di Frosini Timpano (10 luglio nel Giardino della Cisterna della Misericordia): il tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, riletto senza pietismo muovendosi tra ombre e sospetti di una vicenda che dal 1978 è ancora assettata di verità e giustizia. “Corteo miserabile – Il popolo dell’abisso” (18 luglio) è uno spettacolo itinerante che parla di organizzazione sociale, tra sopraffazione e sfruttamento coprodotto con Tra i binari e un network internazionale di artisti.

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