Lupi, Confagricoltura Toscana: “Il nuovo sistema dei rimborsi per i danni non è sufficiente”

Pubblicato il bando della Regione. Il presidente Neri: “Procedura più semplice ma resta il nodo dei costi indiretti”

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“Un primo passo è stato fatto. Non è sufficiente, perché bisognerebbe estendere i rimborsi per i danni indiretti”. A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, in riferimento al bando pubblicato dalla Regione Toscana per il riconoscimento alle aziende agricole dei danni da predazione provocati dai lupi. Per il 2022 sono state stanziate al momento risorse pari a 153987 euro. A seconda del numero di domande il plafond potrebbe però essere aumentato.

“C’è una novità – spiega Neri –. Quest’anno ogni richiesta sarà valutata separatamente, aspetto che rende l’analisi più semplice, anche per quantificare il danno. Fino all’anno scorso invece l’indennizzo era calcolato in modo differente: le risorse stanziate venivano ripartite in base al numero di richieste fatte, ma non erano analizzate singolarmente, come invece accade adesso”.

Per accedere all’indennizzo è necessario compilare una domanda, dimostrando di aver messo in atto in azienda, prima dell’attacco dei lupi, almeno una misura di prevenzione (come cani da guardia o recinzioni di sicurezza). Inoltre si dovrà allegare copia del certificato veterinario che attesti l’azienda zootecnica, luogo e data dell’evento predatoria, numero, tipologia e codice identificativo dei capi morti, numero e tipologia dei capi gravemente feriti e destinati a morte, precisando che ciò è la conseguenza di un attacco predatorio.

L’indennizzo è concesso per due tipologie di danni: per i danni diretti (costo degli animali uccisi o abbattuti dopo le ferite riportate) si può ottenere un aiuto per il 100%, per i costi indiretti (come la perdita di fecondità dell’animale e la perdita del latte) l’aiuto è per l’80% e solo delle spese veterinarie. “Su quest’ultimo punto – conclude Neri – non siamo soddisfatti. I costi indiretti non sono solo quelli relativi alle spese veterinarie, bisognerebbe ampliare questa voce”.

 

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