Regionali, salta la ratifica dei candidati Pd

Avrebbero dovuto votare per prendere atto delle 8 candidature a consigliere per le elezioni regionali del 31 maggio ratificandole, ma alla fine è mancato il numero legale. A far saltare la seduta della direzione Provinciale del Pd, ieri sera 7 marzo in via Fratti a Pisa, ci hanno pensato i renziani, tra cui il candidato Antonio Mazzeo, Ivan Ferrucci e la sua fazione e Patrizia Bongiovanni, Batini e ovviamente i relativi sostenitori.

 

Una mossa politica che potrebbe avere ripercussioni pesanti in questo momento sul partito a Pisa. Alla convocazione di martedì sera erano presenti solo 71 dei 150 aventi diritto e tra i candidati gli unici presenti erano Francesco Nocchi, Andrea Pieroni, Alessandra Nardini e Cristina Conti. Per far passare la ratifica delle liste così come sono state composte nella provincia di Pisa, sarebbero serviti due terzi dei voti della direzione e quindi 98 voti. In sostanza, è mancato il numero legale. Gli aventi diritto a ratificare le candidature ci riproveranno venerdì prossimo, quando è stata riconvocata la seduta, alla quale dovrebbero partecipare almeno i 16 assenti giustificati da motivi personali o di famiglia. Ancora pochi per arrivare ai due terzi necessari.
Assenze quella di martedì sera che sicuramente una valenza politica la hanno e che potrebbe essere letta come l’indizio di una situazione che non sembra destinata a risolversi tanto semplicemente. Sull’episodio sono subito trapelate varie indiscrezioni, ma tutto farebbe pensare a una sorta di imboscata dei renziani, con il silenzio assenso di Ivan Ferrucci, ai danni in primo luogo del segretario provinciale Francesco Nocchi e di altri candidati. Se la direzione provinciale, infatti, non riesce a ratificare le candidature, la votazione e la decisione passa a Firenze, dove a ratificare sarà la direzione regionale a maggioranza renziana. Qui, a questo punto, anche se Pisa ha espresso otto candidati equamente divisi per genere, proprio come richiesto dal partito e per tanto non ci sarebbe bisogno di decidere chi lasciare a casa, la direzione regionale potrebbe mettere in discussione la legittimità di alcune candidati. C’è da dire che a Pisa tutti hanno raccolto le firme necessarie tra gli iscritti al Pd per essere legittimati, ma l’esclusione di qualcuno potrebbe fare leva magari sulla rappresentatività territoriale e alcune esclusioni potrebbero favorire altri. I cui sostenitori, però, tesserati Pd, potrebbero non prenderla bene. Se venerdì non si arriverà a una ratifica infatti la decisione resterà in mano alla direzione regionale, che al netto di ricorsi e proteste potrebbero decidere di non approvare la candidatura di Francesco Nocchi, oppure di altri come Andrea Pieroni o anche di Patrizia Bongiovanni, candidata di area renziana e cattolica che non ha però l’approvazione di Mazzeo. Insomma il meccanismo è quello di non ratificare perché decidano altri, magari su un terreno dove si è sicuri di avere la maggioranza, ma senza assumersi la responsabilità diretta di farlo. In tutto questo scenario, emergerebbe anche l’ipotesi tutt’altro che azzardata che i renziani vicini a Mazzeo in questo passaggio abbiano stretto un accordo con Ivan Ferrucci, che sicuramente come capogruppo uscente non può essere escluso dal novero dei candidati. Pertanto l’intera manovra potrebbe mettere da un lato in difficoltà e in bilico la ratifica della candidatura di Francesco Nocchi, che da Firenze potrebbe essere accusato di non aver saputo governare il partito e dall’altro quindi essere escluso d’ufficio dalle liste, finendo in questa “notte dei lunghi coltellli” tutta pisana, ma giocata in terra fiorentina per eliminare concorrenti scomodi tra cui anche Andrea Pieroni. Non è un caso che Nocchi è un candidato in grado di sottrarre voti a Ferrucci e Pieroni dell’area più moderata e in parte cattolica a Mazzeo. Poi rimane la questione della candidatura della Bongiovanni che sicuramente al renziano per antonomasia a Pisa qualche problema la potrebbe creare perché non è disposta a fare un ticket proprio con Mazzeo.
Rimane da capire quale potrebbe essere la leva politica per escludere qualche candidato dalle liste visto che a Pisa non c’è neppure il problema del sovraffollamento, ma da qui a venerdì magari emergeranno nuovi argomenti. C’è ad esempio la questione, per quanto debole, della rappresentatività del territorio nei candidati che per lo più sono concentrati sull’area pisana, mentre vi sono territorio che non hanno rappresentanza in questa lista, ad esempio Volterra o la Val di Cecina. Insomma, se queste ipotesi fossero confermate, tutto questo potrebbe voler dire andare a colpire pesantemente il Pd pisano e a creare fratture che anche dopo le elezioni non potranno essere sanate tanto facilmente, visto che si tratterebbe di una sorta di “golpe” per mettere la direzione regionale in condizione di decidere chi ha diritto a candidarsi e chi no.

Gabriele Mori

 

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