Bastione e Antiquarium, “C’è ancora tanto da scavare” foto

Taglio del nastro questa mattina (7 gennaio) per l’area archeologica del Bastione e dell’Antiquarium a Marti. I primi passi nell’area, finalmente fruibile, il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi li ha fatti insieme a quelli che oggi, 7 gennaio, si sono alzati presto per non mancare a questo speciale appuntamento e ai rappresentanti della Regione, arrivati in forze. Nel cuore di Marti sono arrivati infatti il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani insieme ai consiglieri eletti con il Pd in provincia di Pisa Antonio Mazzeo, Alessandra Nardini e Andrea Pieroni.

Una vista da mozzare il fiato quella offerta dalla passeggiata, grazie a un meteo favorevole che ha permesso di apprezzare l’incredibile posizione strategica di un fortilizio che non esiste più. Nato come castello della famiglia Upezzinghi, il cosiddetto Bastione di Marti è stato per secoli l’estremo avamposto orientale della repubblica di Pisa, proprio in ‘faccia’ al castello di Montopoli prima lucchese e poi fiorentino. E furono proprio i montopolesi, insieme ai fiorentini, a smantellare pezzo a pezzo il forte martigiano dopo la seconda e definitiva sottomisione di Pisa, agli inizi del ‘500. Da allora l’area è stata abbandonata, restituendo nel tempo reperti e testimonianze, fino alle campagne di scavo promosse nei primi anni 2000 dal gruppo archeologico locale guidato dall’indimenticata Daniela Pagni con il supporto dela Soprintendenza. Scavi che hanno restituito traccie di un frequentazione etrusca e del successivo castello. Da qui la volontà di mettere in sicurezza ciò che era stato trovato, con un intervento da 495mila euro coperto per il 40 per cento dal Comune e per il 60 dalla Regione.
I lavori, già affidati nel 2011 ma poi bloccati per cinque anni a causa del patto di stabilità, si sono articolati in varie direzioni. Nell’area del Bastione, in particolare, sono state messe in sicurezza le emergenze archeologiche: una tomba ipogea di epoca etrusca, una fornace medievale e i resti della cortina muraria della rocca, insieme alla creazione di percorsi pedonali illuminati. Parallelamente è stata restaurato l’antico lavatorio di Fontevecchia, con il percorso pedonale per arrivarci, sul quale da oggi si affaccia l’Antiquarium, grazie al recupero di un edificio su due piani, alle spalle del circolo Arci e di fronte al parcheggi multipiano, che ospita una sala riunioni, uno spazio espositivo dove saranno trasferiti alcuni reperti oggi a Montopoli e un deposito archeologico pensato come punto d’appoggio per future campagne di scavo.

Un’opera che ha catturato l’uinteresse del presidente Giani, da sempre appassionato da storia locale, che ha assicurato il proprio impegno per riprendere le indagini in vista della prossima Giornata degli Etruschi. Ad accompagnare il presidente nella visita, infatti, è stata la direttrice del sistema museale montopolese Monica Baldassarri, che ha illustrato i resti del Bastione fino all’ingresso della cosiddetta Tomba di Gina: “Quest’area è stata scavata interamente dal gruppo archeologico volontario, senza risorse pubbliche – ha ricordato la direttrice -. Questi lavori sono pensati come un primo passo per mettere in sicurezza i reperti rinvenuti, però se un domani ci fossero le risorse, qui sicuramente ci sarebbero molte altre cose da vedere. Già oggi le emergenze archeologiche ci dicono che questo colle era insediato dagli etruschi ed ha continuato ad essere occupato poi fino al Cinquecento. Dobbiamo ringraziare la presidente del gruppo archeologico Daniela Pagni: è grazie alle sua tenacia se oggi c’è tutto questo è possibile”. Per questo il presidente Giani ha preso l’impegno di aiutare Marti attraverso la prossima Giornata degli Etruschi, in modo da sostenere economicamente nuovi percorsi di scavo e progetti di valorizzazione.

Una volta raggiunto l’antiquarium, a ripercorrere l’intera operazione è stato il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi, presente insieme agli assessori Cristina Scali, Alessandro Varallo, Samuele Fiorentini e Roberto Marzini. “Finalmente inauguriamo un altro tassello del polo archeologico di Montopoli – ha detto Capecchi -. La realizzazione dell’Antiquarium è il recupero di un vecchio edificio del borgo, direttamente affacciato sul percorso per i lavatoi di Fontevecchia. Qui saranno allestiti i reperti relativi alla frequentazione antica di Marti, insieme ad una sala riunioni che d’ora in poi sarà a disposizione del paese. Prossimamente sarà organizzata anche un’iniziativa per ricordare Daniela Pagni. Il progetto ha posto l’accento sulla vocazione conservativa: al primo piano ci sarà sala riunioni e Antiquarium, mentre al piano terra un deposito per i reperti. Questo permetterà di organizzare laboratori per le scuole e per gli ospiti delle strutture ricettive. In tutto sono stati spesi 495mila euro, di cui il 60 per cento dalla Regione. Un lavoro che il Comune aveva messo in cantiere nel 2011, salvo poi fermarsi per i limiti del patto di stabilità. Il lavatoio di Fontevecchia, invece, potrebbe essere il punto di partenza di un percorso storico archeologico. È un luogo carico di storia che può riservare ancora sorprese. I lavori di oggi non restituiranno l’antico fortilizio, ma permettono ai cittadini di Marti di riscoprire un glorioso passato”. “Per chi non conosceva questo luogo – ha copncluso il primo cittadino – l’intervento può apparire poco incisivo, ma chi ha visto in che condizioni era l’area non può che essere contento. Questo luogo è come un libro di storia che si sfoglia semplicemente guardandosi attorno, come atto dovuto ai nostri antenati e ai nostri figli. Mi rivolgo alla Soprintendenza e alla Regione, lancio l’appello affinché l’importanza del progetto di valorizzazione prosegua”.

“Il recupero di una memoria è lo strumento che fa sentire unita una comunità – ha aggiunto Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale -. Mi sono reso conto con i miei occhi, salendo al Bastione, dell’importanza di questo giorno. Siamo in una zona ben popolata fin dall’epoca etrusca: quella tomba così ben fatta dà il senso di una comunità ricca ed evoluta, sempre più ci rendiamo conto che gli etruschi si erano ben sviluppati anche oltre l’Arno. Qua su questo bel colle, che domina 5 province della Toscana, c’è il senso di una presenza. Se dalla metà de 1300 noi abbiamo un territorio che diventa unitario da Pisa fino alla Romagna, ci rendiamo conto che fino a quel momento la ricchezza di questo paese era davvero grande, perché era l’estremo limite della repubblica di Pisa. Questa sistemazione può diventare un’attrattiva turistica, può valere un viaggio da Pisa o da Firenze. Oggi è un punto di svolta. Dietro a questo sforzo c’è la comunità. La Regione crede molto in questa vitalità sul piano culturale. Per la prossima festa della Toscana chiedero che la storia locale possa entrare di più nelle scuole: un atto di identità che il l’odore più forte che può servire per rendere più bella e più innovativa la nostra Toscana”.

“E’ un progetto partito da lontano – ha ricordato l’assessore ai lavori pubblici Alessandro Varallo -. Cinque anni di blocco del progetto ha portato delle variazioni allo stato dei luoghi richiedendo degli adeguamenti. Il grosso dei lavoro è servito per la regimazione idraulica necessaria alla messa in sicurezza i sentieri e poi per l’illuminazione, in modo da poter ammirare in qualunque momento del giorno lo straordinario panorama del Bastione. I lavori sono stati seguiti capillarmente da un’archeologa. L’Antiquarium, invece, può diventare un punto visite e un punto di appoggio per futuri scavi”.

Giacomo Pelfer

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