Lo costringe a fermarsi, gli sfonda il vetro e lo prende a pugni: aggressione da paura a Capanne foto

Forse un sorpasso ha scatenato la furia dell'automobilista

“Per come poteva andare è andata bene ma se non succedeva era meglio. Se ci penso, avrei voluto reagire diversamente, ma forse ho fatto bene così perché magari poteva finire peggio”. Oggi è già tornato al lavoro. E’ ancora scosso, ha qualche segno in volto, la paura nel cuore e la voglia di trovare i colpevoli di un’aggressione assurda, nata forse per un sorpasso. Non di quelli azzardati, che ti sfiorano la fiancata o fatti a velocità folli. Un sorpasso fatto da un 60enne con il mezzo da lavoro che torna a casa alle 20 di un lunedì sera.

Un sorpasso che forse non c’entra neppure niente, ma che è l’unica spiegazione plausibile di una follia. A quest’uomo di Montopoli Valdarno, infatti, non è bastato “non aprire agli sconosciuti”: era chiuso nel suo furgone quando una persona lo ha avvicinato, ha sfondato il vetro con un pugno e ha riservato lo stesso trattamento alla faccia dell’uomo, che sorpreso, stordito e poi anche dolorante non è riuscito a reagire. Ma ha avuto la prontezza di mettere in moto e partire.

E’ successo ieri sera 3 aprile a Capanne, lungo la Tosco romagnola, in un tratto con poche case. L’uomo chiama il figlio per avvisarlo che sta tornando a casa e lo chiama di nuovo, 10 minuti dopo più o meno, per raccontagli che è stato aggredito e sta arrivando l’ambulanza.

Nel mezzo c’è qualcosa di incredibile. Il furgone percorre la strada, si trova davanti una Punto e una Mercedes, mette la freccia e li sorpassa. La Mercedes comincia a sfanalare, lo affianca, lo stringe, lo incalza e gli si ferma davanti, obbligando anche lui a fermarsi per non andargli addosso. A quel punto, come una furia e visibilmente alterato, l’uomo alla guida scende. Scende anche il passeggero, ma resta in disparte. L’autista corre verso l’uomo, con accento dell’Est grida frasi tipo “Ti spacchiamo tutto“, prova ad aprire la portiera ma è bloccata. Sferra un pugno al finestrino che è leggermente aperto e quindi oppone meno resistenza e lo frantuma. Poi punta l’uomo, impietrito per l’assurdità di quello che sta capitando e gli sferra diversi pugni in faccia. Prova a chiedere perché, cosa ha fatto, cosa è successo e cose così ma senza essere neppure ascoltato: è una furia cieca e sorda quella che si scatena.

In un secondo, il 60enne trova un varco, mette in moto e parte. Dopo poco sente il sangue in faccia, si ferma, chiama l’ambulanza e poi il figlio: “Lascia stare la cena. Senti cosa mi è appena successo”. Gli operatori inviati dal 118 lo portano al pronto soccorso. Per fortuna non ha niente di rotto, lo medicano e torna a casa. Prima, però, bisogna mettere al sicuro il furgone e ripararlo perché oggi c’è da tornare a lavorare. La denuncia è stata presentata ai carabinieri, che si sono detti disponibili ad acquisire i filmati delle videocamere di sorveglianza anche dei privati che vorranno metterle a disposizione. Ma sarebbe importante sapere se la persona alla guida dell’altra auto sorpassata ha visto qualcosa o se qualcuno che procedeva in senso opposto può fornire elementi utili all’identificazione e a ricostruire la vicenda.

“Se tutti abbiamo paura – racconta la vittima -, le cose non cambiano”. E siccome una spiegazione vera a questa aggressione non sembra esserci, allora potrebbe succedere di nuovo e a chiunque.

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