Boato nella notte, crolla un tetto a Santa Croce – Foto foto

Due boati distinti e poi lo scrosciare di tegole e mattoni hanno fatto sobbalzare di paura un quartiere nel cuore della notte. Erano le 3 circa della notte scorsa, quella tra 5 e 6 aprile a Santa Croce sull’Arno. A venire giù, stando alle immagini delle macerie, è stata una porzione di tetto di uno degli edifici del grande complesso di via Donica e una porzione del muro sul quale poggiava – questo spiega i due rumori distinti – che si è lanciato sul muro di cinta e sull’alta siepe del vicino.

Un rudere, ormai, chiuso e ben segnalato come edificio pericolante, che affaccia per un lungo lato sui giardini pubblici di via Angiolieri, dai quali è separato grazie a una siepe. E’ proprio questo che preoccupa di più residenti e frequentatori, visto che il crollo, per fortuna, è avvenuto di notte, ma sarebbe potuto succedere e potrebbe succedere ancora a qualsiasi ora: quelle panchine, la giostra e un bello scivolo sono in genere frequentati da bambini e accompagnatori che in caso di crollo potrebbero prendersi un bello spavento, nella migliore delle ipotesi.
Un edificio, quello che si scretola un po’ alla volta, racconta qualcuno, “che sarebbe ora di buttare giù, specie per la ciminiera: la vedi come è alta? Speriamo sia anche parecchio sicura”. E un edificio che racconta la storia del territorio, in qualche modo, proprio a partire da quella ciminiera, ma anche dai ganci appesi alle travi, salde e scoperte, che una volta erano sotto al tetto e che oggi, invece, le macerie del tetto le guardano da sopra. In un giorno tiepido di sole, sbirciare tra quelle finestre immaginando decine di persone al lavoro ha qualcosa che ti incanta, che a fatica ti mostra quell’enorme scatola per ciò che è: un grosso rudere tra case e palazzi. Qualcosa che fa un po’ parte “dell’arredamento” di Santa Croce, in un certo senso, al quale tutti sono abituati. Fino al rumore del crollo, che ti fa sedere sul letto in piena notte e poi correre alle finestre. 
Un arredamento, a dire il vero, che la giunta Deidda sta provando a cambiare, incentivando piani di recupero di tutte le concerie (Negozi nell’ex conceria, approvato il piano di recupero) rimaste in paese quando la modernità ha fatto crescere le zone industriali. (E.ven)

 

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