“Il tartufo bianco si sta facendo attendere”, preoccupata Coldiretti: “Siamo a un deficit di raccolta del 90% rispetto alla normalità”

"La stagione non partirà prima della metà di novembre". Intanto il prezzo al chilo supera i 3mila euro

La stagione del tartufo bianco pregiato è in ritardo. Lo ricordano a ogni occasione i Tartufai delle colline samminiatesi e lo conferma un’analisi di Coldiretti sulla stagione di raccolta in provincia di Pisa.

“La stagione – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Pisa e Toscana – partirà più tardi per finire prima e questo avrà inevitabilmente una ripercussione sia sulle quantità raccolte, sia sul prezzo. Anche il tartufo segue il meccanismo della domanda e offerta. Le scarse piogge e la siccità non hanno favorito la naturale sviluppo e la maturazione con la stagione di raccolta che tradizionalmente inizia nella metà di settembre. Il prelibato e pregiato tartufo bianco si sta facendo attendere”.

A confermare l’andamento di una stagione anomala è il giovane tartufaio Flavio Rabitti che ha a disposizione circa 20 ettari di tartufaie naturali: “In questo particolare momento – spiega – è molto difficile trovare il tartufo bianco. La stagione non partirà prima della metà di novembre. Al momento siamo ad un deficit di raccolta del 90% rispetto alla normalità”.

Una situazione questa che, inevitabilmente, fa salire il prezzo. Stando alla borsa del tartufo bianco di Acqualagna, la prima a indicare i valori della nuova stagione, oggi per acquistare un chilo di tartufo bianco di media pezzatura non bastano 3mila euro (ma per un paio di tagliatelle ne bastano 50 grammi). La metà circa, se si acquista da un cavatore di fiducia. 

A far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche avverse segnate da un lungo periodo di assenza di precipitazioni perché “il Tuber magnatum Pico – precisa la Coldiretti – si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di sviluppo che in quella di maturazione. L’arrivo della pioggia, se non ci saranno manifestazioni violente, fa dunque sperare cercatori e appassionati che affollano le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge tantissimi raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro, tra fresco e trasformato”.

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